1841

A GIOVANNI SILVESTRI

Voi m'invitaste a dettare alcuni Cenni intorno a Defendente Sacchi, ed io non ebbi a frapporre un solo istante per vedere, che a Voi, dolce e tenero amico di sì caro uomo, era dovuto il mio lavoro qualsiasi.

Conosco già che questa mia fatica sarà tenuta in pochissimo pregio da tutti quelli che non vogliono udir a narrare che le grandi cose, o gli uomini straordinarj; desiderio perdonabile a questi tempi, in cui fummo agitati da tante meraviglie di avvenimenti quasi incredibili. Ma non importa; io non confido certamente di piacere a que' saccenti i quali, gonfi del loro fumo scientifico vorran disprezzare questo umile lavoro ch'io dedico alla Vostra amicizia, lavoro che certamente non ha merito fuorchè nei sentimenti che lo dettarono. Da questo lato torni egli più caro al vostro cuore scevro da quella fredda politura, che, venuta in un momento di calma, travisa non di rado le calde ispirazioni delle passioni.

Accoglietelo dunque benevolo, e assicuratevi della mia pienissima estimazione.

Di Casa, 27 febbrajo 1841

GIAMBATTISTA CREMONESI

DEFENDENTE SACCHI

CENNI

DI G. B. CREMONESI¹

Bello è il pianger gli estinti; e separato Dall'immemore vulgo, a cui non fiede L'alma torpida oggetto altro nessuno Fuor che l'oggetto che la man gli tocca, E con forma e colori occupa il guardo, Bello è il ridursi a solitaria cella; E ad uno ad uno riandando i giorni Che negri precedeano alla sventura, Chiamar l'amato nome, e con lo spirto Conversar del defunto.

¹ _Quantunque i molti scritti di D. Sacchi sieno bastanti a render durevole la di lui fama, pure non ispiacerà al lettore che un suo caro amico, il sig. Giambattista Cremonesi, abbia, da noi richiesto, dettato alcuni cenni per rilevarne maggiormente la virtù del defunto. Il sentimento di una viva riconoscenza ed ammirazione che il suo animo nutre costantemente verso la memoria di Sacchi, ed il desiderio di renderne un pubblico attestato, sono le sole ragioni che lo obbligano ad appagare in un col suo, il nostro desiderio.—L'Autore di questi cenni non intese di scrivere l'elogio a questo letterato, ma sì bene, per quanto si poteva così subitamente, dare un pubblico segno di riverenza a chi gli fu caro amico ed alla patria, la quale deve godere che sia onorata la memoria di un suo chiaro cittadino._