TEATRO IN PROSA DI GIUSEPPE GIACOSA Vol. I. DEL MEDESIMO AUTORE

Teatro in Versi:

Una Partita a Scacchi — Il Trionfo d'Amore. Un vol. in-18º (Nuova edizione), 1890, L. 2 —

Il Fratello d'Armi. Dramma in 4 atti. Un volume in-18º (Seconda edizione), 1890, »  2 —

Il Conte Rosso. Dramma storico in 3 atti con prologo. 3ª ediz. Un vol. in-18º con illustr. a capo d'ogni atto, 1881, »  4 —

Il Marito amante della Moglie. Commedia in 3 atti. Un vol. in-18º con illustr. a capo d'ogni atto (2ª ed.), 1879, »  4 —

Luisa. Dramma in 3 atti. — Sorprese notturne. Commedia in un atto. Un vol. in-18º con ill. a capo d'atto, 1881, »  3 —

La tardi ravveduta. — La Sirena. — Intermezzi e Scene. Un volume in-18º, 1888, »  4 —

Teatro in Prosa:

Vol. I. — Acquazzoni in montagna. Commedia in due atti — Non dir quattro se non l'hai nel sacco. Commedia in un atto. — Storia vecchia. Commedia in due atti (seconda ediz.). Un volume in-18º, 1890, L. 2 —

»  II. — Resa a discrezione. Commedia in quattro atti. — La zampa del gatto. Commedia in un atto. Un vol. in-18º, 1888, »  3 —

»  III. — Tristi amori. Commedia in tre atti, 1891, »  2 —

Novelle e Paesi Valdostani. Un vol. in-12º, 1886, »  4 —

Il Filo. Scena filosofico-morale per Marionette (2ª ediz., con illustrazioni di Edoardo Calandra ). Un vol. in-12º impresso sopra carta di filo a mano, »  1 —

Fiori e Frutta. Discorso letto in occasione del 2º Congresso degli Orticoltori e Floricoltori italiani. In-12º, »  1 —

In preparazione:

I Castelli della Valle d'Aosta e del Canavese. Un elegante vol. con disegni e fototipie.

TEATRO IN PROSA DI Giuseppe Giacosa

ACQUAZZONI IN MONTAGNA

Commedia in due atti NON DIR QUATTRO SE NON L'HAI NEL SACCO Commedia in un atto STORIA VECCHIA Commedia in due atti

TORINO F. CASANOVA, Libraio-Editore Via Accademia delle Scienze (piazza Carignano) 1890

Per guarentire la proprietà artistica e la proprietà letteraria, l'Autore e l'Editore hanno depositato copie di questo libro alla R. Prefettura di Torino, e si sono uniformati a tutte le disposizioni della Legge vigente.

Torino — Tipografia Vincenzo Bona.

INDICE

ACQUAZZONI IN MONTAGNA

Atto primo pag.   3

Atto secondo »   51

NON DIR QUATTRO SE NON L'HAI NEL SACCO

Atto unico »  111

STORIA VECCHIA

Atto primo »  149

Atto secondo »  180

ACQUAZZONI IN MONTAGNA COMMEDIA IN DUE ATTI IN PROSA

A VITTORIO BERSEZIO

Rappresentata la prima volta in Roma al Teatro Valle dalla drammatica compagnia Ciotti-Marini, la sera del 20 febbraio 1876.

PERSONAGGI

  • Baldassarre.
  • Gaspare Garbini.
  • Il dottore Orazio .
  • Hermann Steiger , guida.
  • Carletto , cameriere.
  • Emilia , moglie di Baldassarre.
  • Livia , giovine vedova.

Hôtel du Mont-Rose a Gressoney

ATTO PRIMO

Sala comune all'Albergo

SCENA I.

Garbini, Carletto poi Baldassarre.

GARBINI

È possibile trovare una buona guida?

CARLETTO

All' Hôtel du Mont-Rose a Gressoney sempre: ce ne abbiamo oggi appunto una famosa.

GARBINI

Bravo.

CARLETTO

Uno svizzero patentato... Lo faccio salire?

GARBINI

Fallo salire. ( Carletto esce, entra Baldassarre ).

BALDASSARRE

Garbini!

GARBINI

Baldassarre! ( A parte ) Oh mio Dio!

BALDASSARRE

Tu sei qui?

GARBINI

Arrivo.

BALDASSARRE

Chi ne capisce nulla? Ci troviamo a Pegli, prometti a mia moglie di rimanerci un mese...

GARBINI

E poi mi seccavo.

BALDASSARRE

L'Emilia era in collera con te!...

GARBINI ( a parte )

Me lo dice lui! ( Forte ) Sono andato a Baden.

BALDASSARRE

Qualche donnetta...?

GARBINI

Per carità! Le fuggo anzi le donne!

BALDASSARRE

Fai male.

GARBINI

Oh! pigliano fuoco troppo presto. Non si può dir loro una mezza parola che non attecchisca.

BALDASSARRE

È vero.

GARBINI

Figurati che a Pegli... io facevo per ridere...

BALDASSARRE

Volevo dire... e hai trovato...?

GARBINI

Un vulcano.

BALDASSARRE

Chi era?

GARBINI ( da sè )

Che diamine gli dicevo adesso! ( Forte ) E l'Emilia è con te?

BALDASSARRE

Pur troppo! Vado ad avvertirla.

GARBINI

No, lascia.

BALDASSARRE

Ora rimani con noi?

GARBINI

Riparto domattina.

BALDASSARRE

Per dove?

GARBINI

Pel Monte Rosa.

BALDASSARRE

Non ci siamo?

GARBINI

All'albergo. Io vado sul vero.

BALDASSARRE

Sul vero Monte Rosa?

GARBINI

Già.

BALDASSARRE

Sul vero Monte Rosa?

GARBINI

Sì.

BALDASSARRE

Tu? una mezza botte?

GARBINI

La botte è piena di vino buono.

BALDASSARRE

Lo spanderai per istrada. Mia moglie non ti lascierà partire.

GARBINI

Ragione di più... cioè... Sono irremovibile: aspetto la guida.

BALDASSARRE

Ma ci sono i ghiacciai.

GARBINI

Bravo. Io fuggo i vulcani.

BALDASSARRE

Che idea.

GARBINI

Ecco la guida.

SCENA II.

Steiger e detti.

GARBINI

Voi siete la guida?

( Steiger gli porge un libretto ).

GARBINI

Che cos'è?

STEIGER

Il mio libretto. Hermann Steiger guida di Zermatt.

GARBINI ( a Baldassarre )

Scusa, veh!

BALDASSARRE

Fai, fai.

GARBINI

Vorrei fare un'ascensione.

STEIGER

Si può fare.

GARBINI

Al Monte Rosa.

STEIGER

Si può fare.

GARBINI

Domani.

STEIGER

Da Zermatt sarebbe più corta.

GARBINI

Ma siccome non ci siamo a Zermatt... quante ore di cammino?

STEIGER

Eh! secondo le gambe. Da Gressoney al Lyskamm dodici ore, otto dal Lyskamm al Riffel, e dodici dal Riffel alla punta.

GARBINI

Vale a dire in tutto?

STEIGER

Trentadue ore. In montagna si fanno in un giorno.

GARBINI

Ah! ( a Baldassarre ) Trentadue ore di cammino!... E pericolo?... ( a Steiger ).

STEIGER

No. Dipende dalla montagna.

GARBINI

Ah dipende...?

STEIGER

Se la montagna è buona, con molta prudenza, una buona corda, un bel tempo, non patir vertigini, uno stomaco di ferro, dei polmoni d'acciaio, ci si va benissimo.

GARBINI

E se la montagna è cattiva?

STEIGER

Bisogna vederla.

GARBINI

Voi l'avete già fatta l'ascensione al Monte Rosa?

( Steiger gli porge il libretto ).

GARBINI

Che cosa è?

STEIGER

Il mio libretto. Hermann Steiger, guida di Zermatt. Era io che accompagnavo sir Braddon quando è caduto.

GARBINI

Caduto?

STEIGER

In un crepaccio.

BALDASSARRE

Garbini... ( ride ).

GARBINI

E si è fatto molto male?

STEIGER

Male no. Abbiamo parlato, lui dal fondo ed io di su.

GARBINI

Ah! ah!

STEIGER

Ma non c'è stato più verso di cavarlo.

GARBINI

Eh?

( Baldassarre ride ).

GARBINI

Ride! E fu nel salire al Monte Rosa che...?

STEIGER

Sì signore. Le farò vedere il luogo preciso.

GARBINI

Ci passeremo?

STEIGER

Sicuro; traverseremo lo stesso crepaccio.

GARBINI

Traverseremo lo stesso crepaccio? — ( a Baldassarre ) Traverseremo lo stesso crepaccio. — E in che modo lo traverseremo?

STEIGER

Secondo. Se è coperto, a piedi.

GARBINI

Così?

STEIGER

Sulla neve.

GARBINI

E sotto la neve?...

STEIGER

Bella roba!

GARBINI

E se non è coperto?

STEIGER

Se si potrà saltarlo lo salteremo.

BALDASSARRE

Acrobata!

STEIGER

Io per il primo, e poi aiuterò lei colla corda.

BALDASSARRE

Quanto darei per vederti.

GARBINI

E se non si potrà saltarlo?

STEIGER

Lo si gira. O in un modo o in un altro bisogna passarlo.

GARBINI

Meno male. Mi rincrescerebbe rinunziarci. Quanto sono profondi i crepacci?

STEIGER

Cinquanta, cento, duecento metri.

( Baldassarre ride ).

GARBINI

Ride! Che ci trovi da ridere?

BALDASSARRE

Nulla, nulla, tira innanzi.

GARBINI

Se credi che mi spaventi quello che racconta!

STEIGER

Il signore non ha paura della montagna.

GARBINI

Non ho paura, lo si vede. Dunque siamo intesi, domattina.

STEIGER

Alle due dopo mezzanotte.

GARBINI

Così presto?

STEIGER

Per arrivare al ghiacciaio prima che il sole ammollisca la neve.

GARBINI

E quanto al prezzo?

( Steiger porge il libretto ).

GARBINI

Sì, lo so. Hermann Steiger, guida di Zermatt, e poi...?

STEIGER

Cento lire in oro. Tariffa.

GARBINI

Caro!

STEIGER

Ne va della vita.

GARBINI

Siamo intesi. A domattina.

STEIGER

Sissignore. ( S'avvia ).

GARBINI

Steiger?... Sir Braddon, è vero, quell'inglese?...

STEIGER

Sissignore.

GARBINI

E... è morto?

STEIGER

Pare. Di là non è uscito.

GARBINI

Potete andare.

STEIGER

A domani.

GARBINI

A domani. ( Steiger esce ).

SCENA III.

Garbini e Baldassarre.

GARBINI

Ecco come sono fatto io; mi piglio di questa sorta di spassi.

BALDASSARRE

Gaspare, se hai sofferto qualche gran dispiacere puoi confidarmelo, siamo amici vecchi e la parentela che ti unisce a mia moglie raddoppia i diritti dell'amicizia. Forse è la provvidenza che mi ha messo sul tuo cammino.

GARBINI

Adesso rido io.

BALDASSARRE

Non farmi il cinico. Uno non si abbandona ad una estremità simile a quella che stai meditando senza una seria ragione.

GARBINI

Quanto all'estremità non ci ho nulla a ridire, ma la ragione c'è.

BALDASSARRE

Sentiamo.

GARBINI

M'annoio.

BALDASSARRE

Sei stanco d'essere al mondo?

GARBINI

No, anzi. — Di tutte le cose che ci compensano della morte, trovo che la vita è la migliore. Sono stanco di prevedere sempre quello che farò.

BALDASSARRE

Non è una ragione per rompersi il collo, la cosa più prevedibile di tutte.

GARBINI

Mi faresti la grazia di trovare delle immagini più sorridenti?

BALDASSARRE

Fai a modo mio. Ci sono passato ancor io per quello stadio, ed ho trovato lo specifico. Segui il mio esempio.

GARBINI

Prender moglie?

BALDASSARRE

No. Meglio il Monte Rosa.

GARBINI

Eppure capisco che finirò lì.

BALDASSARRE

Per carità!

GARBINI

Oh Dio, ci sono delle mogli che non vogliono bene al marito... Sono casi rari.

BALDASSARRE

E ce ne sono di quelle che gliene vogliono troppo!

GARBINI

Più rari ancora.

BALDASSARRE ( vanitoso )

Non è vero! Non è vero!

GARBINI

Che aria volpina.

BALDASSARRE

Te lo confido perchè mi sei amico, perchè vai via, e per indicare un rimedio al tuo male. Io tradisco mia moglie.

GARBINI

Anche tu?

BALDASSARRE

La tradisco indegnamente. Faccio male, lo so; ma non ne potevo più. Ero come te, mi seccavo... Quella poveretta non sa farsi valere. È bella, è buona, non m'infastidisce col troppo zelo, non mi tiene legato, ne soffre, capisco che ne soffre, ne soffre in secreto...

GARBINI ( a parte )

E gli è che lo crede!

BALDASSARRE

Tutte buone ragioni, ma mi seccavo. Ho cominciato ad ingannarla, e sono l'uomo più felice del mondo. Imita il mio esempio!

GARBINI

Non posso tradire una moglie che non ho.

BALDASSARRE

Ti dico una cosa nera per un marito: tradisci la donna degli altri!

GARBINI

E non temi che alle volte tua moglie...

BALDASSARRE

Che!

GARBINI

Per darti una distrazione...

BALDASSARRE

Che!...

GARBINI ( ride fra sè, poi forte )

O se venisse a scoprire?...

BALDASSARRE

Sono due sole le vie che conducono allo scoprimento di questi secreti: le confidenze e le lettere. Ora, io di confidenze non ne faccio a nessuno.

GARBINI

Bravo!

BALDASSARRE

E di lettere... ( ne trae una di tasca ) Guarda, scritta in rotondo e senza firma.

GARBINI

E come farà a capire...?

BALDASSARRE

Glie la do in persona.

GARBINI

È qui?

BALDASSARRE

Già.

GARBINI

Maritata?

BALDASSARRE

Vedova, ma c'è quasi un marito.

GARBINI

Qui anche lui?

BALDASSARRE

Già, il dottore Orazio.

GARBINI

La signora Livia?

BALDASSARRE

Sst!

GARBINI

Baldassarre!

BALDASSARRE

Gaspare!

GARBINI

Ti restituisco il consiglio. Vieni con me al Monte Rosa; sei matto, è innamorata di Orazio, ti riderà alle spalle, e alla tua età...

BALDASSARRE

Eh! eh! eh!

GARBINI

Ma insomma, a che punto sei?

BALDASSARRE

Certe cose non si dicono.

GARBINI

Tanto inoltrato? E Orazio non dice nulla, geloso com'è?

BALDASSARRE

Non vede nulla.

GARBINI

Non ha mai sospettato dei vostri convegni?

BALDASSARRE

Convegni... convegni proprio non ce n'è stati.

GARBINI

Ah!

BALDASSARRE

Non ce n'è ancora stati.

GARBINI

Corrispondenza...?

BALDASSARRE

Questa è la prima. Non farmi dire.

GARBINI

Dichiarazioni reciproche di...

BALDASSARRE

C'è bisogno della parola?

GARBINI

Occhiate?... Occhiate?! E hai dei rimorsi? Ma, Baldassarre, ma vieni qui... delle occhiate? Ma ti pare? A' tuoi tempi non so, ma adesso le occhiate le danno per nulla le donne... per nulla.

BALDASSARRE

Vedremo domani.

GARBINI

Domani?

BALDASSARRE

Domani parte. Quel dottore gliene deve aver dette tante!... Oggi le consegnerò la mia lettera... No, no... non ti darei retta; tu non sai come stanno le cose. Le consegno la lettera...

GARBINI

Nella quale...?

BALDASSARRE

Le chieggo un appuntamento.

GARBINI

Guarda, quasi m'indurresti a rimanere.

BALDASSARRE

Fallo. Occupati di mia moglie che non s'avveda di nulla.

GARBINI

No; lasciami partire, credilo. Non sai che servizio ti rendo coll'andarmene.

BALDASSARRE

Che servizio?

GARBINI

Ti risparmio forse... una scioccheria.

BALDASSARRE

Scettico!

GARBINI

Le signore...!

BALDASSARRE

Qui, dietro di me, che non ti vedano. Voglio far loro una sorpresa.

GARBINI

Giovinotto! ( Rimane nascosto dietro Baldassarre ).

SCENA IV.

Emilia, Livia e detti.

BALDASSARRE

Ben tornata.

LIVIA ( a Baldassarre )

Sì, sì, l'aggiusteremo.

EMILIA ( si getta a sedere )

Ah! sono stanca.

LIVIA ( che non vide Garbini )

Non ha veduto il dottore?

GARBINI ( piano a Baldassarre )

Ahi!

BALDASSARRE

Nossignora.

EMILIA

Povera signora Livia!

LIVIA

E lei ci lascia andar sole a passeggio?! Non è galante!... Perchè non è venuto con noi?

BALDASSARRE ( piano a Garbini )

C'è sempre mia moglie, mi secca.

LIVIA

Dunque?...

BALDASSARRE

Ecco... le dirò...

LIVIA

Ma che fa laggiù? Perchè non... ( Si volta ) Oh! Garbini!

EMILIA ( scattando in piedi )

Chè!

LIVIA ( che se n'avvede )

Ah! ah!

GARBINI

Come sta la signora Livia?

LIVIA

Quando è arrivato?

GARBINI

Or ora. ( Ad Emilia ) E la mia bella cugina?

BALDASSARRE ( ad Emilia )

Glie l'ho detto, sai, che eri in collera con lui.

EMILIA

Allora è inutile ch'io lo ripeta.

GARBINI

Sono perdonato?

EMILIA

Vi faccio la grazia.

GARBINI ( da sè )

Com'è indulgente!

LIVIA

E si può conoscere il delitto di Garbini?

BALDASSARRE

Oh! in due parole: mia moglie è infatuata di suo cugino.

EMILIA ( piano a Garbini )

Ero sicura che sareste venuto.

GARBINI ( da sè ).

Ahi!

LIVIA

E di dove viene ora?

GARBINI

Da Baden.

LIVIA

Ah!... c'è rimasto un po' di tempo?

BALDASSARRE

Le dicevo appunto che mia moglie...

GARBINI

Ci sono rimasto otto ore.

LIVIA

Ha giuocato?

GARBINI

Sì.

LIVIA

Ha guadagnato?

GARBINI

Sì, il primo treno celere che ne ripartiva.

LIVIA

Che furia!

BALDASSARRE

È quello che dicevo io... e mia moglie era in collera...

LIVIA

Mi sbarazzi dello scialle...

BALDASSARRE ( con gran premura )

Oh!

GARBINI ( piano a Baldassarre )

Non ti lascia dire.

BALDASSARRE ( piano a Garbini )

Perchè le parlo di mia moglie.

EMILIA

E come mai siete capitato a Gressoney?

GARBINI

Dirò...

EMILIA

Non vi pensavate di trovarci? ( Piano ) Dite di no.

GARBINI

No, davvero.

LIVIA

Vedrà che bel soggiorno.

BALDASSARRE

È vero. Io qui divento un altro.

EMILIA

Sì, molto pastorale. C'è tutto quello che non occorre.

BALDASSARRE

L'uomo non vive di solo pane.

LIVIA

È poeta!

GARBINI

Dacchè è diventato un altro.

EMILIA

Già. A mio gusto, bisogna averci delle serie ragioni per rimanere qui un pezzo.

LIVIA

Un luogo è bello secondo le persone che ci si trovano.

EMILIA

Andate fuori, bisogna impellicciarvi fin qui. C'è sole, brucia... e via lo scialle... Svoltate, una brezza che vi gela il sangue. È un sereno incantevole... non passano dieci minuti che diluvia. Uscite coll'ombrello, si leva un vento...

BALDASSARRE

Che porta via le nuvole...

EMILIA

E l'ombrello. L'erba dei prati è un formicaio: sui tronchi rovesciati non ci potete sedere per la colla che gemono; i sassi sono coperti di muschi pungenti; in tutta Italia, di tutte le serpi ce n'è una sola velenosa, la vipera; ebbene, qui non c'è che quella, e ce n'è un subisso. L'acqua che bevete vi rompe i denti dal freddo. Gli uomini all'albergo stanchi, laceri, orribili tutti.

BALDASSARRE

Grazie.

EMILIA

Non dico per te.

GARBINI

Dice per me?

EMILIA

No, ma è un fatto. Domandatene la signora Livia. Questi alpinisti! Arrivano qui calzati in un modo! e vestiti! Fanno tremare la casa! e pon si piantano sul bastone... guardate in terra, c'è tutto bucherato; sono le punte delle loro mazze. Arrivano inzaccherati, luridi, colano acqua e sudore, sanno di pipa, hanno un grosso cappello a piume e fiori secchi, e la faccia poi, la faccia fa ribrezzo! Le labbra grosse, violacee, rotte; gli occhi che non sanno più guardare; il naso gonfio; la pelle, dove rimane, arsa, nera rossa, gialla, screpolata; le mani inerti. Si buttano sul sofà, parlano forte, ridono più forte, fumano più forte, bevono più forte e poi a letto; e il mattino alle due, ton, ton; la casa è di legno... un baccano! Vi svegliate di sussulto... che cos'è? Rovina il tetto?... Sono quei signori che partono. — C'è da ammalarsi, c'è da ammalarsi!

BALDASSARRE ( piano a Garbini )

Come si sente la donna che soffre!

GARBINI

Arrivano sfigurati a quel modo?

LIVIA

Già, il ghiacciaio...

GARBINI

Ah il ghiacciaio riduce...?

BALDASSARRE

Tu che volevi...

EMILIA

Ah! il mio buon mare!

LIVIA

E malgrado ciò mi rincresce partire.

BALDASSARRE

Brava! ecco... il mare! Non ho mai capito che ci sia nel mare.

GARBINI

Dell'acqua!

EMILIA

Signora Livia, con permesso, vado a rifare un po' di toletta.

LIVIA

Faccia.

EMILIA ( piano a Garbini )

Avete fatto bene a partire da Pegli.

GARBINI

Ah!

EMILIA ( c. s. )

Ci osservavano. Come avete saputo che ero qui?

GARBINI

Ecco, se devo dire...

EMILIA ( c. s. )

L'avete letto sul giornale dei viaggiatori?

GARBINI

Brava! appunto.

EMILIA

Persecutore! Con permesso... ( Via ).

GARBINI ( da sè )

Fortuna che domani me ne vado.

SCENA V.

Livia, Baldassarre e Garbini.

GARBINI

Mi ha detto Baldassarre che è qui anche il dottore Orazio.

LIVIA

Sì, signore.

GARBINI

Non lo si vede.

LIVIA

Oh il dottore! Lei lo conosce... un misantropo... erborizza!

BALDASSARRE ( piano a Garbini )

Lasciaci soli.

LIVIA

E lei rimane?

GARBINI

Domattina parto pel Monte Rosa.

LIVIA

Ah! non lo spaventa la descrizione di sua cugina?

GARBINI

Non ci tengo alla mia bellezza.

LIVIA

Che fa là, signor Baldassarre? Qui, segga un momento: vorrebbe già correr dietro a sua moglie?

BALDASSARRE

Oh anzi, le giuro che... ( piano a Garbini ) Vattene.

LIVIA

Ecco un marito modello!

BALDASSARRE

Oh! signora Livia, che ironia! ( da sè ) Non se ne va... Se perdo quest'occasione... ( forte ) Che numero hai?

GARBINI

Che numero ho!?...

BALDASSARRE

Che numero... la camera?

GARBINI

Ah!... numero sette. Di qui?...

BALDASSARRE

Sì, di là, credo.

GARBINI

Allora...

BALDASSARRE ( da sè )

Finalmente!

LIVIA ( a Garbini )

Ma ritorna qui dal Monte Rosa?

GARBINI

Nossignora, scenderò in Isvizzera.

LIVIA

Una grande ascensione.

GARBINI

Per cominciare...

BALDASSARRE

Auff!!

LIVIA

E a lei non è venuta l'idea di accompagnarlo?

BALDASSARRE

Io... io... sto tanto bene qui.

LIVIA

Lei... fanatico della montagna.

BALDASSARRE

Dirò... sicuramente... la...

( Garbini si è allontanato ).

LIVIA

Ha già trovato la guida?

BALDASSARRE

Io?...

LIVIA

No, Garbini.

GARBINI

Sissignora. ( esce ).

LIVIA

Non esser uomo!

BALDASSARRE

Sta tanto bene... donna!

LIVIA

Le pare?

BALDASSARRE

Io non esito a dirglielo; gran parte della passione che m'ispira questo paese non è che... glielo assicuro; questi pochi giorni passati qui lascieranno nel mio cuore un ricordo dolcissimo e... Dio nol voglia, delle conseguenze funeste!

LIVIA

Conseguenze funeste?

BALDASSARRE

Pur troppo!

GARBINI ( ritornando )

Manca la chiave.

BALDASSARRE ( si volta arrabbiato )

Eh?... va...

LIVIA

Che dice?

GARBINI

C'è chiuso a chiave in camera mia: mi sa dire dove le tengono?

LIVIA

Le tiene tutte Carletto.

BALDASSARRE

Che è dabbasso. ( da sè ) Seccatore.

LIVIA

Lo chiami di qui e verrà subito.

BALDASSARRE

Sì, è sordo come una campana.

LIVIA

Non è vero.

BALDASSARRE

Oh altro!

LIVIA

Eccolo qui.

BALDASSARRE

Ah meno male!

SCENA VI.

Carletto e detti.

GARBINI

Vorrei entrare in camera mia.

CARLETTO

Numero sette? Non si può.

BALDASSARRE

Come non si può? Un forestiere non può entrare in camera quando gli piace?

CARLETTO

C'è tutto sossopra; andavo giusto...

GARBINI

Aspetterò, ma presto...

BALDASSARRE

Che servizio! che razza di servizio! Ne scriverò al Bollettino del Club alpino.

CARLETTO

Ma scusi...

BALDASSARRE

Meno chiacchere... che insolenza! ( a Garbini ) Se vuoi intanto nella mia camera...

CARLETTO

Oh! faccio in un minuto. ( esce ).

BALDASSARRE ( da sè )

Lo fa apposta.

LIVIA

Signor Baldassarre?

BALDASSARRE

Mi comandi.

LIVIA

Mi porga quel ricamo.

BALDASSARRE

Subito.

GARBINI ( guardandolo affrettarsi )

Imbecille.

LIVIA

Ed ora continui.

BALDASSARRE

Che?

LIVIA

A dirmi le belle cose di poco fa. Stia a sentire, Garbini.

BALDASSARRE ( da sè )

E va bene: a momenti arriva il dottore... ( per subita idea ) Ah! ( chiamando ) Carletto! — Scusi, signora Livia... Carletto!... ( a Garbini ) Mi fai la grazia, due minuti qui fuori? ( c. s. ) Carletto!... ma guarda se viene... e non è sordo?

GARBINI ( a Livia )

Lei lo ha fatto impazzire.

LIVIA

Se n'è già avveduto?

GARBINI

Me lo ha confidato lui.

LIVIA

Lo guarirò, stia tranquillo. ( entra Carletto ).

SCENA VII.

Carletto e detti.

BALDASSARRE

Finalmente!

CARLETTO

Mi comanda?

BALDASSARRE ( a Livia )

Perdoni... ( a Carletto piano ) Sei buono di fare una cosa per bene?

CARLETTO

Mi proverò.

BALDASSARRE

Il signor Garbini ed io usciremo; appena siamo fuori tu consegni questa lettera alla signora Livia.

CARLETTO

Perchè non glie la dà lei?

BALDASSARRE

È uno scherzo... e le dici bene che sono io che te l'ho data... Il signor Baldassarre... hai capito?

CARLETTO

Sì, signore.

BALDASSARRE ( dandogli danaro )

Tieni, appena siamo fuori. ( a Garbini ) Un momento, ho dimenticato di dirti... ( a Livia ) Torniamo subito. ( via a braccetto con Garbini ).

SCENA VIII.

Livia e Carletto.

LIVIA ( da sè )

E Orazio non torna!

( Carletto le porge la lettera ).

LIVIA

Che cos'è?

CARLETTO

Me l'ha data il signor Baldassarre che gliela consegni.

LIVIA

Ah! bene. ( Carletto via ). La sua brava dichiarazione. La leggo, o no? Oh la leggo. ( l'apre ). Senza intestazione! Mi aspettavo di più. Un «Adorata donna!» o un «Signora!» o almeno un «Livia!» col punto ammirativo, ci stava tanto bene. ( legge ).

«A pochi passi dall'albergo, di là del ponte, dove il torrentello che scende di Valdobbia precipita in cascata, c'è' un luogo recondito, misterioso, che al raggio della luna diventa quanto di più incantevole sia uscito dalle mani del Creatore...» Ah! un appuntamento!... «Stassera la luna si leva alle 8, ed alle 8 ½ inargenterà i nebbiosi sprazzi della cascata. Un uomo capace di comprendere la selvaggia poesia della natura non può ispirarvi nessun serio timore.» Oh, no, no! «Se quando saremo tutti radunati in sala, voi direte di volervi ritirare presto, intenderò che avete in animo di farmi il più felice degli uomini!»

Ah! via! signor Baldassarre, per un uomo capace di comprendere la selvaggia poesia della natura è un po' troppo!... Come corre! Bisogna guarirlo. Poh! domani vado via... Però una lezioncina... ( osserva la lettera ) Non c'è la firma... ( pensa ) Ah! sarebbe troppo bella! Quell'altra che faceva le allusioni ad Orazio... che s'è levata così di scatto quando vide Garbini e... no, no, non può riuscire... conoscerà la calligrafia del marito... ( guarda la lettera ) È scritta in rotondo... Oh! sarebbe peccato non provare. ( Chiama ) Carletto!... Se tiene, vale la pena di rimanere un giorno di più per vedere... Ah! mi dài un appuntamento? Ci manderò tua moglie.

SCENA IX

Carletto e detta.

LIVIA

Ah! Carletto, hai sbagliato; questa lettera non viene a me.

CARLETTO

Sissignora, le assicuro.

LIVIA

Va, non fa nulla; la porterai alla signora Emilia.

CARLETTO

Alla moglie del signor Baldassarre?

LIVIA

Sì.

CARLETTO

Ma...

LIVIA

Fa quanto ti dico. E non le dirai chi te l'ha data.

CARLETTO

E se domanda?

LIVIA

Risponderai: una persona che non vuole essere nominata. È uno scherzo, capisci?

CARLETTO

Ah! me lo diceva anche il signor Baldassarre che era uno scherzo.

LIVIA

Vedi? Ah! e se il signor Baldassarre ti domanda...

CARLETTO

Ah sì! se domanda...?

LIVIA

Risponderai che l'hai consegnata.

CARLETTO

Che è la verità.

LIVIA

Che è la verità. Va!

CARLETTO

Ci sarà poi da ridere?

LIVIA

Speriamo. Presto... ( Carletto via ). Partirò posdomani.

SCENA X.

Orazio e detta.

ORAZIO

Sola? che miracolo!

LIVIA

Ah! vi credevo partito, in parola d'onore!

ORAZIO

No, domani.

LIVIA

Dove siete stato?

ORAZIO

In giro per la montagna. Ho raccolto delle felci rare e bellissime.

LIVIA

Me ne rallegro tanto. E vi siete divertito?

ORAZIO

Lo sapete bene che detesto la compagnia del signor Baldassarre e consorte.

LIVIA

Speravo che la mia bastasse a compensarvene. ( a Carletto che rientra ) Consegnata?

CARLETTO

Sissignora.

LIVIA

Ha domandato di dove veniva?

CARLETTO

Ho risposto come mi aveva detto lei.

LIVIA

E, è bastato?

CARLETTO

Sissignora. Ha sorriso ed ha detto: capisco.

LIVIA

Va bene. ( Carletto via dal fondo ).

ORAZIO

( è stato attentissimo, ma non vuol parere )

Domani si parte?

LIVIA

No, posdomani o poi.

ORAZIO

Avete mutato d'avviso?

LIVIA

Ho mutato d'avviso.

ORAZIO

Ed è permesso domandarvene il perchè?

LIVIA

Domandate.

ORAZIO

Dunque?

LIVIA

Per lasciarvi raccogliere delle altre felci.

ORAZIO

È uno scherzo?

LIVIA

No.

ORAZIO

Era tutto deciso... ho preparate le valigie...

LIVIA

Eh, padrone.

ORAZIO

Livia, andiamo, non tormentatemi. Siete un po' in collera con me, perchè non mi son fatto vedere in tutto il giorno e volete vendicarvene, lo capisco; ma, se ve ne chieggo perdono sul serio?

LIVIA

Non c'entra nessuna vendetta. Il tempo è bello...

ORAZIO

Sì, un acquazzone al giorno!

LIVIA

Che dura mezz'ora.

ORAZIO

Davvero volete rimanere?

LIVIA

Sì, un giorno di più, due giorni al maximum; è uno scherzo che vi dirò poi, e riderete. — Già in pensiero?...

ORAZIO

No, ma non capisco.

LIVIA

Capirete.

ORAZIO

Che cos'è quella storia di Carletto?

LIVIA

Che storia?

ORAZIO

Sì, or ora...

LIVIA

Una lettera che gli ho data a portare.

ORAZIO

Una lettera? A chi?

LIVIA

Ah!

ORAZIO

Rispondete.

LIVIA

Mah!

ORAZIO

Livia, ve ne prego.

LIVIA

Con quel tono?

ORAZIO

Ma che cos'è seguìto di nuovo? Che cos'è? Perchè mi dite così? — Dovevate partire, lo sapete che questa vita mi uggisce con quegli sciocchi; mi avete dato il diritto di pretendere...

LIVIA

Pretendere?

ORAZIO

Sì, di pretendere, lo ripeto. Sapete che vi voglio bene... mi avete promesso.

LIVIA

Vi ho promesso che avrei acconsentito a sposarvi se e quando fossi stata bene sicura del perfetto accordo dei nostri caratteri; ho spinto la cortesia fino al segno di permettervi d'accompagnarmi, mai fino a quello di autorizzare un sindacato che mi offende e che non sopporterò mai.

ORAZIO

Il mio congedo?

LIVIA

No; andate là, non sragionate, e sovratutto non insistete. Ora io non cederei di un palmo, e voi, focoso come siete, potreste fare e, quel che è peggio, dirmi delle scioccherie. Vi assicuro che non avete ragione di adombrarvi.

ORAZIO

Ditemi soltanto perchè volete rimanere.

LIVIA

No.

ORAZIO

A chi era diretta quella lettera?

LIVIA

Orazio...

ORAZIO

Lo voglio sapere.

LIVIA

Cercate.

ORAZIO

Ah! lo saprò! Qualche cosa o qualcheduno si è messo ad un tratto attraverso la mia strada, lo scoprirò!

LIVIA

Orazio, farete qualche scempiaggine!

ORAZIO

Ah! scrivete delle lettere... qui all'albergo e non mi volete dire...? Oh! saprò io.

LIVIA

Bel merito! interrogando di soppiatto il cameriere.

ORAZIO

Oh non interrogherò nessun cameriere, non commetto bassezze, io.

LIVIA

Badate che vien gente.

SCENA XI.

Baldassarre, Garbini e detti, poi Emilia.

ORAZIO ( vedendo Garbini )

Garbini qui?

LIVIA

Non lo sapevate?

ORAZIO

Ah lo sapevate voi?

GARBINI

Orazio, ho chiesto di te alla signora Livia.

ORAZIO ( secco )

Grazie, quando sei arrivato?

GARBINI

Oggi.

ORAZIO ( da sè )

Oh, ma saprò bene vederci chiaro.

BALDASSARRE

Ecco mia moglie. ( Emilia entra ).

GARBINI

A che ora si desina?

LIVIA

A momenti.

GARBINI

Va bene, perchè stassera mi occorre andare a letto di buon'ora.

BALDASSARRE

Ah sì, la tua ascensione al Monte Rosa.

EMILIA

Al Monte Rosa?

GARBINI

Già, e siccome mi toccherà partire alle due dopo mezzanotte...

EMILIA ( piano a Garbini )

Ben trovata.

ORAZIO

Cosicchè non avremo il piacere di vederti partecipare ai nostri dilettevoli passatempi serali. Si giuoca alla fiera.

BALDASSARRE ( guardando Livia )

E non dice nulla.

EMILIA

Veramente stassera ancor io... ho un po' di emicrania... e credo che non potrò...

LIVIA ( da sè )

Ci è cascata.

BALDASSARRE ( guardando Livia )

Io pure... oggi ho trovato il parroco qui del paese... il quale mi vuol mostrare un messale antico... e si è combinato che stassera... (E non parla).

LIVIA

Cosicchè, dottore, si rimane noi due.

BALDASSARRE ( da sè )

Non viene.

LIVIA

E in verità, per un giuoco che si chiama la fiera, saremo pochini. Sapete che cosa farò? Dacchè tutti disertano, andrò a letto alle otto.

BALDASSARRE ( da sè )

Ah! ( piano a Garbini ) Trionfo.

ORAZIO ( da sè )

Qui c'è sotto qualche cosa.

CARLETTO ( entrando )

È servito in tavola.

BALDASSARRE

Bravo! Ho una fame... Come sto bene!

EMILIA ( piano a Garbini )

Però siete un imprudente.

GARBINI

Ah! pel Monte Rosa.

LIVIA ( da sè osservandoli )

Non bisogna che si spieghino.

EMILIA ( c. s. )

Affidarlo ad un cameriere. ( Garbini non capisce ).

LIVIA

Garbini, offritemi il vostro braccio.

GARBINI

Subito — grazie. ( fra sè ) Che diamine?

ORAZIO ( da sè )

Ha chiamato lui!

BALDASSARRE

Dottore, date il braccio a mia moglie.

ORAZIO ( eseguisce )

Perdoni... ( s'avviano tutti ).

BALDASSARRE ( a Carletto )

Sei un bravo ragazzo: tieni! ( gli dà una mancia ).

CARLETTO

Grazie!

BALDASSARRE ( avviandosi )

Sei un bravo ragazzo!

( Cala la tela ).

ATTO SECONDO

(La stessa decorazione)

SCENA I.

Garbini, Carletto e Steiger.

GARBINI ( entrando tutto fradicio di pioggia )

Ah! la buon'acqua! Carletto, del fuoco subito, una grossa fiammata, una fiammata enorme che bruci la casa. Ah! la buon'acqua. Ah! la buon'acqua!!

CARLETTO

Il signore non è salito al Monte Rosa?

GARBINI

No, no, non ci sono salito al Monte Rosa e non ci salirò mai, mai. Presto il fuoco, o divento un sorbetto! No, non ci sono salito al vostro Monte Rosa, al vostro maledetto, al vostro infernale Monte Rosa!

CARLETTO ( che ha acceso il fuoco )

Ecco.

GARBINI

Ah! Ah! Ah! Dio ti ringrazio! Venite qui voi ( a Steiger ), fatevi asciugare.

STEIGER

Grazie ( non si muove ).

GARBINI

C'è posto per tutti due.

STEIGER

Non occorre.

GARBINI

Come non occorre? Se grondate come me...

STEIGER

Io la conosco l'acqua della montagna.

GARBINI

Oh! la conosco ancor io, e per bene ( si guarda ). Come farò a levarmi gli stivali! — Carletto...

CARLETTO

Mi comanda.

GARBINI

Dammi il mio alpenstok.

CARLETTO

Eccolo.

GARBINI

Questo è il simbolo dell'alpinismo, non è vero?

CARLETTO

Il simbolo?...

GARBINI

Sì, l'insegna, la divisa degli alpinisti.

CARLETTO

Ah! sissignore.

GARBINI

Bene, spezzalo in due.

CARLETTO

Ma...

GARBINI

Spezzalo in due col ginocchio, così... ( fa il gesto ).

CARLETTO

Se al signore non serve più...

GARBINI

Ne dubita! Ebbene?

CARLETTO

Ebbene, se volesse farmene un regalo...

GARBINI

Hai delle voglie...?

CARLETTO

Oh non signore! lo venderò a qualche turista.

GARBINI

Il mio bastone? Che abbia da essere complice di un'altra ascensione? Quanto lo venderesti?

CARLETTO

Una lira.

GARBINI

Tieni, sono due: rompilo.

CARLETTO

Grazie! ( lo spezza ). Così?

GARBINI

Sì, dammelo ( mette i due pezzi sul fuoco ). E così possa incenerirsi per sempre...

STEIGER

Se il signore desidera offrirmi un bicchiere di cognac...

GARBINI

Lo desidero, amico mio. — Carletto...

( Carletto cava da un armadio bottiglia e bicchierini ).

GARBINI

E gli altri?

CARLETTO

Chi, gli altri?

GARBINI

Quei signori!

CARLETTO

Dormono.

GARBINI

Dormono! Hanno dormito, hanno riposato la notte intera, come prescrivono le leggi della natura! Che ore sono? ( guarda ). Le otto: ho camminato sei ore!

STEIGER ( bevendo )

A quest'ora saremmo al secondo piano del ghiacciaio.

GARBINI

Ah sì?... e poi negano la Provvidenza!

STEIGER

A mezza strada dal Lyskamm.

GARBINI

Che bella cosa non esserci!

CARLETTO

Il signore si è lasciato impaurire per un po' di piova.

GARBINI

Impaurire no..., me l'ha tolta la paura. Amico mio! Quanto ho benedetta quell'acqua! alle prime goccie ho ordinato il front indietro. Si era appena arrivati sul ghiacciaio. Non ho il rimorso d'essermi bagnato un solo capello nell'andata... l'ho pigliata sì, ma nel ritorno.

STEIGER

Il signore non è del Club Alpino?

GARBINI

No, sarò il fondatore d'un club per la pianura.

STEIGER

È una cosa che segue tutti i giorni in montagna. È piovuto mezz'ora, e di nuovo il sole.

CARLETTO

Anche ieri sera un acquazzone.

GARBINI

L'ho sentito da stare in letto.

CARLETTO

Non tutti all'albergo possono dire altrettanto.

GARBINI

Cioè?

CARLETTO

Qualcheduno l'ha pigliata.

GARBINI

L'acqua di ieri sera? Chi?

CARLETTO

Una signora ed un signore.

GARBINI

Chi sono questi miei colleghi? Dimmelo, dimmelo.

CARLETTO

La signora non l'ho ravvisata; l'ho veduta stando in cucina che entrava correndo, e la si è chiusa in camera.

GARBINI

Diamine! E il signore è entrato con lei?

CARLETTO

Dieci minuti dopo; ma in uno stato...!

GARBINI

E l'hai ravvisato, lui?

CARLETTO

Il signor Baldassarre.

GARBINI

Davvero? A che ora?

CARLETTO

Alle otto e mezzo.

GARBINI

Diamine!

STEIGER

Il signore non comanda altro?

GARBINI

No, altro.

STEIGER

Il signore capisce che ho perduta la giornata. Ho ricusato due inglesi.

GARBINI

Mi muto d'abito, e poi torno ed accomoderemo.

STEIGER

Sissignore.

GARBINI

Tieni, Carletto; il vestito ce l'ho da cambiarmi, ma il cappello è uno solo; fallo seccare ( glie lo dà ).

CARLETTO

C'è un forno apposta, e in dieci minuti...

GARBINI

Bravo! — Ah! dacchè gli altri sono anche a letto, non dire nulla della mia spedizione.

CARLETTO

Che non abbiano a riderne.

GARBINI

Sei intelligente. Dirai che non mi sono svegliato in tempo.

CARLETTO

Stia tranquillo ( Garbini entra in camera ).

SCENA II.

Steiger, Carletto, poi Baldassarre.

STEIGER

Di che paese è quella marmotta?

CARLETTO

Chi lo sa?

STEIGER

Dev'essere uno spiantato.

CARLETTO

Perchè?

STEIGER

Perchè è un lusso da gran signore quello di rompersi la testa ( per partire ).

CARLETTO

Non ne avranno di bisogno. — Dove vai?

STEIGER

All'altro albergo a pescare inglesi.

CARLETTO

Quelli l'arrischiano la testa.

STEIGER

Come se non l'avessero. — Oh bada, vien gente.

CARLETTO

To' portami giù al forno il cappello del tuo alpinista; io devo badare qui.

STEIGER

Bene ( via ).

BALDASSARRE ( entrando )

Carletto?

CARLETTO

Mi comandi.

BALDASSARRE

Dormono tutti ancora?

CARLETTO

Nessuno ha dato segno di vita.

BALDASSARRE ( da sè )

Non vorrei che ne avesse sofferto.

CARLETTO

Il signore ha dormito bene?

BALDASSARRE

Benissimo.

CARLETTO

Buono, eh, il letto? ( maliziosamente ).

BALDASSARRE

Oh! perchè mi guardi così, e ridi?

CARLETTO

Io rido?

BALDASSARRE

Sì, tu, e mi secchi.

CARLETTO

Dopo l'umido di ieri sera...

BALDASSARRE

Di'?... mi pare che hai dello spirito.

SCENA III.

Livia e detti.

BALDASSARRE

( appena la vede le si avvicina con galanteria )

Oh! ben levata?

LIVIA

E lei?

BALDASSARRE

Benissimo.

LIVIA

Ho fatto tardi, ma quel tempaccio...

BALDASSARRE

È vero.

CARLETTO ( da sè )

Che fosse lei... la... ( s'accosta ).

BALDASSARRE

Che fai lì?

CARLETTO

Metto ordine.

BALDASSARRE

Va via.

CARLETTO

Ma...

BALDASSARRE

Levi tanta polvere.

CARLETTO

Se non spazzolo.

BALDASSARRE

Andiamo... quando dico...

CARLETTO

Sissignore. ( uscendo, fra sè ) Era lei. ( via ).

BALDASSARRE

Ha dormito bene?

LIVIA

Un sonno solo.

BALDASSARRE

Non le ha dato fastidio quell'umidaccio?

LIVIA

Oh le stanze sono riparate bene. — E lei? Come è stato contento della sua serata di ieri?

BALDASSARRE

Me lo domanda! Ho maledetto il tempo... ma...

LIVIA

Ha preso acqua?

BALDASSARRE

Oh molta!

LIVIA ( da sè )

Chissà com'è andata? ( forte ) Diceva che ha maledetto il tempo, ma...

BALDASSARRE

Ma ho benedetto il genere umano!

LIVIA

Grazie per quel che me ne tocca. — Dunque in complesso?

BALDASSARRE

In complesso spero... che... il primo passo... chiami il secondo.

( Livia lo guarda sorpresa )

È sempre intenzionata di partire oggi?

LIVIA

No, domani o dopo.

BALDASSARRE

Grazie!

LIVIA

Ma...

BALDASSARRE

Ed io spero che... quanto era disposta a concedermi ieri... non vorrà negarmelo...

LIVIA

Oh! la stia tranquillo. Quanto era disposta a concederle ieri, non glielo negherò mai!

BALDASSARRE

Avevo una tal paura che ne avesse sofferto...!

LIVIA

Sofferto?...

SCENA IV.

Garbini e detti.

GARBINI

Buon giorno, signora Livia.

BALDASSARRE

Garbini! non sei partito!

GARBINI

Non mi hanno svegliato in tempo.

BALDASSARRE

L'avrei giurato.

LIVIA ( fra sè )

Oh come è andata? ( forte ) E la signora Emilia?

BALDASSARRE

Si sta vestendo, credo. Non mi ha lasciato entrare in camera sua.

GARBINI

Le è passato il mal di testa?

BALDASSARRE

Credo di sì.

LIVIA

Vuol dire che si potrà fare la nostra solita passeggiata.

GARBINI

C'è un freddo...!

BALDASSARRE

Che ne sai tu?

GARBINI

Mi sono affacciato alla finestra vestendomi.

LIVIA

Bisognerà coprirsi per andar fuori?

GARBINI

Oh sì, molto.

LIVIA

Vado a mettermi il mantello.

BALDASSARRE

Vuole che...

LIVIA

No, faccio in un momento. ( via ).

SCENA V.

Garbini e Baldassarre.

BALDASSARRE ( guardando dietro a Livia )

Simpatica donna! Come è elegante!!

GARBINI

Ci siamo di nuovo. Ma non lo capisci che ti canzona, che non leva un dito, che non apre bocca, che non ti guarda se non per canzonarti?

BALDASSARRE

Oh senti, Gaspare mio, sai che mi secchi? Ieri potevi dire, e mi hai quasi impensierito, oggi so quello che so, e ne so più di te. E basti!

GARBINI

Ti compiango.

BALDASSARRE

Imbecille!

GARBINI

Mi fai rabbia.

BALDASSARRE

Lo credo.

GARBINI

Pensare che ti sono parente.

BALDASSARRE

La, la larà, larà, larà!

GARBINI

Oh! ( prende un giornale e siede ).

BALDASSARRE

( dopo una pausa non resiste al solletico della vanità )

Gaspare, Gaspare.

GARBINI

E poi?

BALDASSARRE

Con te posso parlare?

GARBINI

Sì. E poi?

BALDASSARRE

Le ho data la lettera.

GARBINI

Lo so.

BALDASSARRE

Sai cosa c'era in quella lettera?

GARBINI

Sì, un appuntamento.

BALDASSARRE

Ebbene...

GARBINI

Ebbene?

BALDASSARRE

È venuta.

GARBINI

Quando?

BALDASSARRE

Ieri sera.

GARBINI

Per isbaglio.

BALDASSARRE

In un luogo recondito.

GARBINI

E che ti disse?

BALDASSARRE

Non mi ha detto nulla.

GARBINI

Ah!

BALDASSARRE

Come è vero Iddio! è venuta e faceva mezzo buio. Io l'aspettavo da un quarto d'ora, poco lungi di qui, alla cascata. All'ora precisa eccola comparire, ma per disgrazia, giusto in quel punto si scatena il temporale con una violenza spaventosa. Io muovo ad incontrarla... S'era a trenta passi... quando scoppia il tuono, essa dà un grido e fugge correndo.

GARBINI

Ah, ah, ah!

BALDASSARRE

Io dietro...

GARBINI

Ah! ah, ah!

BALDASSARRE

Oh! non ridere.

GARBINI

No, non rido; e tu dietro.

BALDASSARRE

Ma c'erano tali sassi...

GARBINI

Che sei caduto?

BALDASSARRE

Caduto... no... ma...

GARBINI

Ma quasi. E non l'hai raggiunta?

BALDASSARRE

No, ma... Zitto; mia moglie.

SCENA VI.

Emilia, detti, poi Livia.

BALDASSARRE

La signora Livia ti aspettava per il passeggio.

EMILIA

Eccomi.

GARBINI

Ben levata?

EMILIA

Grazie!

BALDASSARRE

E non fai le sorprese di trovarlo qui?

EMILIA ( imbarazzata )

Ah! è vero... come mai?

GARBINI

Non mi hanno svegliato in tempo.

EMILIA

La signora Livia m'aspettava? dov'è?

BALDASSARRE

La chiamo. Signora Livia?

LIVIA ( di dentro )

Eccomi.

GARBINI ( ad Emilia )

Siete pallida.

EMILIA

Ho dimenticato di fingere la sorpresa..... avete visto come l'ha notato subito?

GARBINI

Chi?

LIVIA ( entrando )

Andiamo? — Signora Emilia...

EMILIA

Signora Livia... Ai loro comandi.

LIVIA

Così viene?

EMILIA

Come?

LIVIA

Non si mette lo scialle?

EMILIA ( con imbarazzo )

Oh non occorre.

GARBINI

Anzi, c'è un freddo!

EMILIA ( piano )

Tacete.

GARBINI

Ma no, davvero... vi piglierete un malanno.

EMILIA ( lo guarda incollerita )

Mi piace quell'aria viva.

GARBINI ( da sè )

Che sguardo!

BALDASSARRE

Va a prendere lo scialle.

EMILIA

No.

LIVIA

Lo consegnerà a suo marito.

GARBINI

O a me.

EMILIA

Dobbiamo andare?

BALDASSARRE

Ma non ti lascio uscire così, è inutile. Conosco la montagna.

EMILIA

Quando dico che non occorre, c'è bisogno di insistere? Sono coperta fin troppo, andiamo.

BALDASSARRE ( avviandosi alle stanze )

Lo piglierò io.

EMILIA

No, Baldassarre.

BALDASSARRE

È inutile. ( via ).

LIVIA ( da sè )

Che paura!

EMILIA ( piano a Garbini )

Disgraziato!

GARBINI ( sorpreso )

Eh?

LIVIA

Mi rincresce, dacchè la contraria tanto, di essere stata io a proporre...

EMILIA ( tutta smarrita )

Oh non fa.

BALDASSARRE

( ritornando collo scialle tutto bagnato )

Che vuol dir ciò?

EMILIA

Ah!

GARBINI

Che cos'è?

BALDASSARRE

Senti... una spugna! gronda ancora ( spremendolo ).

LIVIA ( da sè )

Dunque c'è andata!

BALDASSARRE ( ad Emilia )

Com'è stato?

EMILIA

Non so capire...

BALDASSARRE

Ecco perchè non lo volevi pigliare.

EMILIA

Ebbene sì... l'ho dimenticato sulla finestra ieri sera.

BALDASSARRE

Se c'è il tetto che sporge.

LIVIA

Io ce n'ho due per fortuna. Gliene darò uno de' miei.

BALDASSARRE

Però vorrei sapere...

LIVIA

Oh Dio! Che vuol saperne di più! È bagnato, ecco. Se non lo sa neanche la signora Emilia come è andata!

EMILIA

No... non...

SCENA VII.

Orazio e detti, poi Carletto

GARBINI

Oh! il dottore.

ORAZIO

Non sei partito?

GARBINI

No.

LIVIA ( ad Orazio )

Ancora in collera?

ORAZIO ( serio )

Oh no!... perchè in collera?

GARBINI ( piano ad Emilia )

Ma come mai quello scialle...?

EMILIA ( c. s. )

E osate domandarmelo?

GARBINI

Io!

ORAZIO

Signori, una novità!

TUTTI

Oh! Che cos'è?... una novità?

ORAZIO

Un fatto strano, quasi meraviglioso, quasi fantastico, seguito ieri sera.

BALDASSARRE ( da sè )

Diavolo!

EMILIA

Ah!

GARBINI

Sentiamo.

LIVIA

Dunque?

ORAZIO ( che li ha tutti osservati, da sè )

Fingono. ( forte ) Sissignore ieri sera... mentre pioveva a rovescio ed alla mezza luce dell'alba lunare, ai pochi indigeni di Gressoney che rimanevano sull'uscio di casa a respirare l'aria piovana, toccò la rara sorte di assistere ad una apparizione!

BALDASSARRE

Un'appariz...

EMILIA ( a Garbini piano )

Fatelo tacere.

GARBINI

Ma...

ORAZIO

Anzi a due apparizioni.

LIVIA

Come due! ( subito )

ORAZIO

( che non la perdeva di vista, credendo che siasi tradita )

Ah!... Due fantasmi, due forme di donna, le quali a pochi minuti d'intervallo l'una dall'altra e dai due lati opposti dell'albergo...

EMILIA ( c. s. )

Fatelo tacere.

GARBINI

Ma... ( ad Orazio ) per chi ci pigli a raccontarci di simili storie? ( piano ) Sta zitto.

ORAZIO

Sei tu che mi dici...?

GARBINI ( c. s. )

Sta zitto! ( forte ) E la passeggiata...?

BALDASSARRE

Sì, sì, a passeggio... il dottore vuol ridere.

ORAZIO

Può darsi... dacchè ne so abbastanza.

BALDASSARRE

Ne sa...

LIVIA

Lo lascino dire.

BALDASSARRE

Andiamo? Garbini, dà il buon esempio.

GARBINI

Subito. ( s'avvia ).

LIVIA

Non prende il cappello?

GARBINI

(Diavolo!)... Ah sicuro... il cappello.

BALDASSARRE

Presto.

ORAZIO ( a Livia )

Spero non mi negherete una spiegazione.

LIVIA

Ma quante ne vorrete.

ORAZIO

Peccato che vi siate tradita da voi stessa!

LIVIA

Che farci? non si è perfetti.

GARBINI

Non lo trovo.

LIVIA

Che cosa?

GARBINI

Il mio cappello.

BALDASSARRE

L'avrai lasciato in camera.

GARBINI

No, no, l'avevo un momento fa. ( da sè ) Come faccio adesso?

CARLETTO ( entrando col cappello di Garbini )

Ecco qui... ( vedendo gli altri si trattiene ) Ah!

ORAZIO

Che cos'è?

CARLETTO

Nulla, portavo al signore...

GARBINI

Ah bravo! ( prende il capello ).

ORAZIO

Come mai l'aveva Carletto?

GARBINI

Glielo aveva dato per farlo spazzolare.

LIVIA

Oh! in quale stato!

GARBINI

Che cosa?

LIVIA

Il suo cappello. Ha l'ala mezzo bruciata...

GARBINI

Oh!

EMILIA ( impaurita ).

Oh mio Dio!

CARLETTO

Sissignore, è stato per la furia nel farlo asciugare.

ORAZIO e BALDASSARRE

Asciugare!!

GARBINI

Patatrach!

EMILIA

(Sono perduta!)

LIVIA ( da sè ).

Che vuol dir ciò?

BALDASSARRE ( a Garbini )

Fa vedere.

GARBINI

Ecco... dirò... perchè...

CARLETTO ( da sè ).

L'ho fatta!... Scappo ( p. p. ).

ORAZIO

Carletto?

CARLETTO

Mi comanda.

ORAZIO

Rimani un momento.

LIVIA

Si va o non si va?

ORAZIO

Che fretta!

LIVIA

Signor Baldassarre...?

BALDASSARRE

Eh? ho altro in testa adesso.

LIVIA

Sanno che finirò per andar sola?

ORAZIO ( piano )

Avete paura?

LIVIA

Signora Emilia, mi vuol tenere compagnia?

EMILIA

Grazie, non sto troppo bene.

LIVIA

Nessuno si muove?... A rivederli.

ORAZIO ( piano )

Questa spiegazione...?

LIVIA

Ve l'ho detto, quando vorrete. Signori... ( s'avvia ).

GARBINI

L'accompagno.

ORAZIO

Ti prego di rimanere.

GARBINI

Come vorrai. Signora Livia... ( Livia esce ).

SCENA VIII.

Detti, meno Livia.

( Orazio s'avvicina a Baldassarre ).

GARBINI ( ad Emilia )

Mi sapreste spiegare...?

EMILIA

Siamo perduti!

GARBINI

Ma...

EMILIA

Lasciatemi.

GARBINI

Orazio, che mi vuoi?

ORAZIO

Un momento.

( Garbini rimane in fondo comicamente )

ORAZIO ( a Baldassarre )

Sa dirmi lei la ragione della venuta di Garbini?

BALDASSARRE

Per andare al Monte Rosa, diceva.

ORAZIO

Perchè non c'è andato?

BALDASSARRE

Perchè non l'hanno svegliato, dice.

ORAZIO

E ci crede lei?

BALDASSARRE

Veramente... ( da sè ) Oh! perchè m'interroga lui?

ORAZIO

Le guide non c'è pericolo che dimentichino.

BALDASSARRE

Non c'è pericolo.

ORAZIO

Carletto...

GARBINI

Oh senti, se mi hai trattenuto per parlare con Carletto...

ORAZIO

Un momento, non temere.

BALDASSARRE

Non temere.

ORAZIO ( a Carletto )

Il signor Garbini doveva andare al Monte Rosa?

CARLETTO

Diceva.

ORAZIO

Perchè non c'è andato?

BALDASSARRE

Perchè?

CARLETTO

Perchè non s'è svegliato in tempo.

BALDASSARRE

È vero?

CARLETTO

Mi ha raccomandato di dire così.

BALDASSARRE

Ah! è stato lui che...?

ORAZIO

L'avrei giurato! — Va pure ( Carletto esce ). A noi, caro Garbini.

BALDASSARRE ( da sè )

Ma dunque... ( ad Emilia ) Rientra nella tua camera.

EMILIA

Baldassarre credi...

BALDASSARRE

Ho detto! ed aspettatemi.

EMILIA

Oh mio Dio! ( via ).

SCENA IX.

Orazio, Baldassarre, Garbini.

BALDASSARRE

Perdoni, dottore, vorrei dire due parole a mio cugino.

ORAZIO

L'ho trattenuto io.

BALDASSARRE

Si tratta di un affare.

ORAZIO

E anch'io.

BALDASSARRE

Ho fatto ritirare mia moglie apposta.

ORAZIO

Dopo di me. Lei non può avergli a dire le stesse cose.

GARBINI

Sbrigatevela fra voi altri... non ho fretta.

BALDASSARRE

La prego caldamente...

ORAZIO

Ma...

BALDASSARRE

Due minuti...

ORAZIO

Li può aspettar lei due minuti.

GARBINI

Intendiamocela in tre da buoni amici!

BALDASSARRE

Amici!

GARBINI

Parenti, con te.

BALDASSARRE

Se si può essere più sfacciati!

ORAZIO

Oh insomma, cedo all'età.

BALDASSARRE

Grazie.

ORAZIO

Aspetto dabbasso... appena ha finito...

BALDASSARRE

L'avverto.

ORAZIO

Bene ( via ).

GARBINI

Meno male, uno alla volta!

SCENA X.

Garbini e Baldassarre.

( Baldassarre prende lo scialle da una mano, il cappello di Garbini dall'altra, poi viene a piantarsi in faccia a Garbini, senza profferire parola. — Pausa ).

GARBINI

Vedo.

BALDASSARRE

Che vuol dir ciò?

GARBINI

Lo scialle di tua moglie e il mio cappello.

BALDASSARRE

Pensa che un'ora fa qui, ti parlavo come ad un amico!

GARBINI

Lo penso, e poi?

BALDASSARRE

Sapresti dirmi perchè questo scialle...

GARBINI

È bagnato? Non te lo so dire, in parola d'onore.

BALDASSARRE

Parliamo chiaro.

GARBINI

Non domando di meglio.

BALDASSARRE

Come mai il tuo cappello è ridotto così?

GARBINI

Perchè è bruciato; quell'animale di Carletto!

BALDASSARRE

Perchè l'hai dato a Carletto?

GARBINI

Se l'ha detto lui: per farlo asciugare.

BALDASSARRE

Perchè?

GARBINI

Perchè era bagnato.

BALDASSARRE

Come lo scialle di mia moglie?

GARBINI

Di più, di più, molto di più!

BALDASSARRE

Come va?

GARBINI

Ha pigliato la piova.

BALDASSARRE

Ah! confessi?

GARBINI

Non lo posso negare.

BALDASSARRE

Confessi! Non c'è più amicizia, non c'è più parentela, non c'è più rispetto ai sacri vincoli...

GARBINI

Baldassarre!

BALDASSARRE

Lo confessi!

GARBINI

Baldassarre!

BALDASSARRE

Com'è andata?

GARBINI

Oh! Signore Iddio misericordioso! ma tu sei impazzito del tutto, del tutto, del tutto?

BALDASSARRE

Rispondimi: quando... ieri sera?

GARBINI

Ma che cosa?

BALDASSARRE

La... la... piova.

GARBINI

No, stamattina.

BALDASSARRE

Non è vero.

GARBINI

Mi ero avviato al Monte Rosa...

BALDASSARRE

Non è vero.

GARBINI

Colla guida.

BALDASSARRE

Non è vero.

GARBINI

Oh senti: il cappello è mio, è mezzo bruciato, peggio per me; era inzuppato, peggio per me che non ne ho altri, ma è mio e ne posso fare quello che mi piace, e non dico una parola di più, cascasse il mondo!

BALDASSARRE

Gaspare... vado in bestia...

GARBINI

Non hai che da rimanere in te stesso.

BALDASSARRE

So tutto.

GARBINI

Oh bene! dimmelo a me. Sarà come tu vuoi.

BALDASSARRE

Tu sei uscito ieri sera.

GARBINI

Sì, e poi...?

BALDASSARRE

Lo confessi?

GARBINI

Sì, e poi?

BALDASSARRE

A notte.

GARBINI

Sicuro. È un gusto.

BALDASSARRE

Hai trovato la scusa dell'ascensione per giustificare la tua assenza.

GARBINI

Bravo!

BALDASSARRE

Ma eri venuto apposta.

GARBINI

S'intende. E poi?

BALDASSARRE

Come e poi?

GARBINI

Sì, avrò fatto qualche cosa...

BALDASSARRE

Spero bene che non avrai fatto nulla!

SCENA XI.

Carletto e detti.

CARLETTO

Il dottore Orazio mi manda...

BALDASSARRE

Che aspetti!

CARLETTO

Dice appunto che è stanco d'aspettare.

BALDASSARRE

Si riposi!

CARLETTO

Ma...

BALDASSARRE ( impazientito ).

Va via! ( Carletto scappa via ).

GARBINI

Baldassarre vieni qui. Ti giuro che non capisco una parola. — Calmati e spiegati.

BALDASSARRE

Tu ieri sera sei uscito con mia moglie.

GARBINI

Io! io! Oh!

BALDASSARRE

Negalo.

GARBINI

Se lo nego? ma lo nego di sicuro... ma lo grido ad alta voce... ma lo proclamo al cospetto di tutti gli Dei dell'universo... ma sono disposto a darne giuramento sul Vangelo! Io... con... tua moglie? Oh! oh! oh!

BALDASSARRE

Devi dire così.

GARBINI

Se fosse stato, non se ne sarebbe accorto... non è... bisogna bene...

BALDASSARRE

Spiegami lo scialle...

GARBINI

Non te lo so spiegare... non so, non so, non so!

BALDASSARRE

Il tuo cappello...

GARBINI

E dàlli!... Sono partito pel Monte Rosa stamattina... è piovuto e sono tornato indietro.

BALDASSARRE

Perchè non l'hai detto?

GARBINI

Perchè...

BALDASSARRE

Perchè hai imposto a Carletto di...

GARBINI

Perchè...

BALDASSARRE

Perchè ieri sera quella scusa...

GARBINI

Ma...

BALDASSARRE

Sentiamo, su, parla; non domando di meglio... giustificati, ridona la calma...

GARBINI

Senti...

BALDASSARRE

Perchè il terrore di mia moglie? perchè quel contegno di colpevole?

GARBINI ( scoppiando ).

Oh! lasciami o la faccio grossa, la faccio grossa!

SCENA XII.

Carletto ( tornando ) e detti.

CARLETTO

Il dottore mi manda a dirle che se lei non scende, salirà lui in persona.

GARBINI

Bravo! digli che venga.

BALDASSARRE

No.

GARBINI

Sì; voglio raccontargli ogni cosa.

BALDASSARRE

Disgraziato!... disonorarmi?

GARBINI

Che venga subito.

BALDASSARRE

No, vado io. Vado, ma ci ritroveremo... ti prometto che ci ritroveremo!

GARBINI

Sì, quando vorrai.

BALDASSARRE ( s'avvia, poi torna ).

Te lo prometto! ( Via con Carletto ).

SCENA XIII.

Garbini, poi Emilia.

GARBINI

Oh! ( si lascia cadere su d'una poltrona spossato ).

EMILIA ( entrando ).

Ebbene?

GARBINI

Ah siete voi? Baldassarre è matto!

EMILIA

Oh mio Dio!

GARBINI

Pretende che ieri sera io sia uscito con voi.

EMILIA

Avete negato?

GARBINI

Non mi lasciava dire.

EMILIA

È inutile, sa tutto.

GARBINI

Sa tutto?

EMILIA

Oh! che abbiamo mai fatto!

GARBINI

Ma che abbiamo fatto, in nome di Dio?

EMILIA

Oh! se sapeste, se sapeste... le idee che mi corsero per la testa ora di là, mentre sentivo qui la sua voce incollerita!... non distinguevo le parole, ma... sentivo... Ho persino pensato di fuggire con voi!

GARBINI

Con me? Sentite, Emilia... No, lasciatemi dire. Ho inteso parlare di certi paesi dove l'acqua che si beve esercita una influenza nociva sugli organi del cervello. Ebbene, a vedere quello che mi segue qui... a sentire Orazio, Baldassarre e voi, ho una grande paura che...

( Emilia vuole parlare ).

GARBINI

No, ragioniamo calmi... a momenti viene quell'altro... Che cos'è stato? Come mai il vostro scialle e il mio povero cappello possono avere generato una tale Babilonia?

EMILIA

Oh! ma è una impudenza!

GARBINI ( da sè ).

È l'acqua, non c'è che dire!

EMILIA

Perchè in fin dei conti non ho nulla a rimproverarmi con voi.

GARBINI

Nulla affatto.

EMILIA

Sono stata un po' civetta... un po' debole...

GARBINI

Oh! così poco!...

EMILIA

Ed io non credevo che di continuare le nostre passeggiate di Pegli...

GARBINI

Ah! le nostre passeggiate.

EMILIA

E la vostra lettera istessa non può...

GARBINI

La mia lettera?

EMILIA

E avrò il coraggio di mostrarla a mio marito.

GARBINI

Quale lettera?

EMILIA

Quella d'ieri; non ce n'è altre.

GARBINI

Quella d'ieri! ( Da sè ) È l'acqua! — Dunque io ieri vi ho scritto una lettera?

EMILIA

Non vi manca che di negarlo.

GARBINI

No, no; non nego più nulla.

EMILIA

Lo potete fare, non c'era il nome. Siete prudente!

GARBINI

Non c'era il nome?

EMILIA

Ora comprendo quella calligrafia rotonda!

GARBINI

Era scritta in rotondo? Ah!

SCENA XIV.

Orazio e detti.

( Orazio entra e sta in fondo ).

GARBINI

Una lettera con un appuntamento?

EMILIA

Ma...

GARBINI

Con un appuntamento per ieri sera?...

EMILIA

Sì.

GARBINI ( raggiante )

Ma era della signora Livia!

ORAZIO ( con impeto )

Ah! è vero?

GARBINI

Quest'altro adesso!

ORAZIO

Quella lettera era della signora Livia?

GARBINI

Cioè...

ORAZIO

L'hai detto or ora. La signora Emilia lo può attestare... L'ha detto?

EMILIA

L'ha detto... Ma ecco la signora Livia.

SCENA XV.

Livia e detti.

GARBINI

Ah! Signora Livia, io non ho più speranza che in lei, mi metto nelle sue mani; le giuro che un'ora simile a quella che ho passata non mi era toccata ancora in vita mia! Ho invocato in cuore i ghiacciai, i crepacci, le valanghe, l'ombra di sir Braddon, il finimondo, pure di liberarmi da questo labirinto. Ho maledetto la piova di stamane che mi ha fatto tornare indietro!

LIVIA

Ah! s'era avviato?

GARBINI

Sissignora. S'immagini che per una certa lettera, che lei deve conoscere...

LIVIA ( sorridendo )

Prima di tutto annunzio al signor dottore che i fantasmi non furono due, ma uno solo, il quale partì da una parte e tornò dall'altra.

EMILIA

E...

LIVIA

Permetta... Ho assunte le necessarie informazioni... Ed ora, prima di svelare il mistero, prego la signora Emilia di venirmi alleata...

( Emilia inquieta ).

LIVIA

Tacendo..., mi permettano di chiamare loro due a giudici della condotta di un signore di mia conoscenza.

ORAZIO

Ma...

LIVIA

Lei non ha la parola!

GARBINI

Brava! gliela levi.

ORAZIO ( minaccioso )

Con te...!

LIVIA

Che ne dicono di un signore, il quale fa ad una donna rispettabile l'onore di chiederne la mano, che quasi l'ottiene, e poi per un nonnulla, per una parola afferrata di volo, male intesa e peggio interpretata, per una combinazione fortuita di circostanze da commedia, edifica contro questa rispettabile signora un intero edifizio di sospetti, l'uno più oltraggioso dell'altro e non si rimane ai sospetti, ma contribuisce a sollevare una tempesta, in un bicchier d'acqua se vogliono, ma pure una vera e rumorosa tempesta?

GARBINI

L'ho provato io! Come parla bene!

LIVIA

Se la gelosia non fosse castigo a sè stessa, se chi dovrebbe punire non fosse un giudice troppo parziale per non sentirsi inclinato alla indulgenza, io domando loro se una così irragionevole condotta non meriterebbe la più severa ed inesorabile delle punizioni?

ORAZIO

Ma...

GARBINI

Zitto!

LIVIA

Eccomi invece disposta a far grazia, ma ad un patto.

GARBINI

Accettato!

LIVIA

Il reo faccia ammenda onorevole.

( Orazio sorride ).

LIVIA

No?

ORAZIO

Quando abbiate dimostrato...

LIVIA

No, prima.

GARBINI

Prima.

ORAZIO

E tu...?

GARBINI

Voglio morire se ne capisco nulla, ma la signora Livia ha ragione.

ORAZIO

Lo provi.

LIVIA

Ah!

GARBINI

Presto, presto.

LIVIA

Orazio vi prego di domandarmi scusa.

ORAZIO

Ma...

LIVIA

Nessun ma, ve ne prego.

ORAZIO

Ebbene... vi chiedo scusa.

LIVIA

Grazie. Ed ora,... signora Emilia, ho incontrato suo marito. Non le pare che sarebbe generoso perdonare anche a lui?

EMILIA

Perdonare?

LIVIA

Gli ho promesso che sarei riuscita a tranquillarlo, e non aspetta che un mio cenno per salire... Non lo tenga più oltre in sospeso, le assicuro che è punito abbastanza.

EMILIA

Ma...

LIVIA

Glielo dica, via, che fu lei all'appuntamento che egli aveva chiesto a me.

EMILIA

Come!... era?...

LIVIA

Via, davanti a questi signori si può parlare. Sa che ho ammirato la sua perspicacia! Come ha fatto a capire che quella lettera era di suo marito?

GARBINI

Oh!

EMILIA

Eh... ne conosco lo stile.

ORAZIO

Quella lettera era...?

LIVIA

Sicuro. Si è vendicata con molto spirito!

EMILIA ( ride )

Oh! oh! Lei avrebbe fatto altrettanto!

LIVIA

Lo chiamo?

GARBINI

Lo chiamo io. Ah! ah!... Credano che respiro. — Baldassarre... Baldassarre. — Ho pensato d'impazzire!

ORAZIO

E non sa nulla ancora?

LIVIA

Nulla.

GARBINI

Ora me la godo ( Ride — ridono tutti ).

SCENA XVI.

Baldassarre poi Steiger, Carletto e detti.

BALDASSARRE ( entra e rimane in asso )

Ridono!?

( Tutti ridono più forte ).

LIVIA

Qui, signor Baldassarre.

BALDASSARRE ( brusco )

Eccomi.

LIVIA

Le ho promessa la luce.

BALDASSARRE

Ma non in presenza...

LIVIA

Oh lasci.

CARLETTO ( a Garbini )

Signore, c'è la guida.

ORAZIO ( sospettoso )

Che guida?

GARBINI ( a Carletto )

Fallo venire.

CARLETTO ( chiamando )

Steiger?

( Steiger entra ).

GARBINI

Dunque quanto vi do?

STEIGER

Mi dia metà prezzo. Ho perduto la giornata.

GARBINI

Metà prezzo di che?

STEIGER

Siamo andati fino al ghiacciaio.

BALDASSARRE

Quando?

STEIGER

Stamattina; e poi il signore ha avuto una tal paura per un po' d'acqua...

GARBINI

Paura!

BALDASSARRE

Ci sei andato?

GARBINI

Se te l'ho gridato nelle orecchie!

( Tutti ridono ).

BALDASSARRE

E il tuo cappello...?

GARBINI

Stamane.

BALDASSARRE

E lo scialle?

LIVIA

Ne domandi a sua moglie.

BALDASSARRE

Dunque?

EMILIA

Conosci tu questa lettera?

BALDASSARRE

La mia!... Signora Livia...?

EMILIA

Non era mio diritto sorprenderti?

BALDASSARRE

Ah! ah! eri tu? — Era mia moglie! Oh! oh!... Era lei!

GARBINI

Era lei!

BALDASSARRE

E hai presa la piova!... ( Rimane un momento senza parola, poi s'avvicina a Garbini, dicendogli ): Poveretta! Come mi vuol bene!

GARBINI

Me ne rallegro tanto!

( Cala la tela ).

FINE DELLA COMMEDIA.