TEATRO IN PROSA DI Giuseppe Giacosa
ACQUAZZONI IN MONTAGNA Commedia in due atti NON DIR QUATTRO SE NON L'HAI NEL SACCO Commedia in un atto
STORIA VECCHIA
Commedia in due atti
TORINO F. CASANOVA, Libraio-Editore Via Accademia delle Scienze (piazza Carignano) 1890
Per guarentire la proprietà artistica e la proprietà letteraria, l'Autore e l'Editore hanno depositato copie di questo libro alla R. Prefettura di Torino, e si sono uniformati a tutte le disposizioni della Legge vigente.
Torino — Tipografia Vincenzo Bona.
INDICE
ACQUAZZONI IN MONTAGNA
Atto primo pag. 3
Atto secondo » 51
NON DIR QUATTRO SE NON L'HAI NEL SACCO
Atto unico » 111
STORIA VECCHIA
Atto primo » 149
Atto secondo » 180
STORIA VECCHIA COMMEDIA IN DUE ATTI
AL MIO ZIO ED AMICO CARLO DEMARIA
Rappresentata per la prima volta in Torino dalla Compagnia Marchi-Ciotti-Lavaggi, la sera del 18 dicembre 1872.
INTERLOCUTORI
- Alfonso duca del Cervo.
- Manfredo marchese di Terroni.
- Berta marchesa di Terroni.
- Un Servo.
ATTO PRIMO
Salotto nel castello di Terroni
SCENA I.
Alfonso, il Servo, poi Manfredo.
ALFONSO ( al Servo ).
Direte che scendano le mie robe.
SERVO
Il signor duca parte oggi?
ALFONSO
Parto oggi.
MANFREDO ( entrando )
Senza remissione?
ALFONSO
Ho promesso. ( Il servo esce ).
MANFREDO
Non insisto perchè tu rimanga. Suppongo che potendo lo faresti.
ALFONSO
Hai un'aria strana oggi. Che cos'hai?
MANFREDO
Quale aria?
ALFONSO
Non saprei... Ti scappa il trionfo per tutti i pori, gli occhi ti sfavillano di contentezza. Sembri un raggio di sole.
MANFREDO
Mi congratulo colla mia aria.
ALFONSO
Ed io con te... Ti si direbbe un collegiale alla prima avventura. Racconta.
MANFREDO
Già tu sei il mio confidente antico, e mi potrai anche giovare coi tuoi consigli. Figurati che alla mia età, con moglie... e...
ALFONSO
Ci siamo. Non sei un collegiale alla prima avventura, sei un dissoluto all'ultima. Avanti.
MANFREDO
Ho ricevuto questa lettera.
ALFONSO
Sa di dama un miglio lontano. ( Legge ) «Caro marchese. Il perdono è così dolce e santa cosa, che proprio non ci resisto. Supplicate e credo vi sarà concesso. Guglielmo.» ( Guarda Manfredo ) Guglielmo?
MANFREDO
È il suo nome.
ALFONSO
Di battaglia. Traduzione alla lettera: «Caro marchese. Mi annoio orribilmente. Sofia.»
MANFREDO
Come ne sai il nome?
ALFONSO
Con me firmava Battista. Ci vai?
MANFREDO
Eh! sfido...
ALFONSO
E tua moglie?
MANFREDO
Come si fa a dire di no.... ad una lettera cosiffatta?
ALFONSO
Non si dice. E tua moglie?
MANFREDO
Fammi il moralista, bravo!
ALFONSO
Ti ricordi quando m'hai parlato la prima volta del tuo matrimonio che io ti dicevo che non c'eri nato, che quello del marito è un sacerdozio e che ci vuole una vocazione, e che tu non l'avevi; te ne ricordi?
MANFREDO
Sì..... e con ciò? Vorrei vederti nei miei panni. Certe cose un gentiluomo, un uomo di mondo, non le può fare. Mi scrive un biglietto...
ALFONSO
Dirai che non l'hai ricevuto...
MANFREDO
Lo ha portato... un palafreniere...
ALFONSO
E poi senti, non ti scrive che è così dolce e santo il perdono? Raddoppia la dose. Che t'abbia a perdonare di più, cresci lo zucchero.
MANFREDO
Una donna... che ho amata.
ALFONSO
E non le basta?
MANFREDO
Che mi diede non dubbie prove...
ALFONSO
Sì... anche a me.
MANFREDO
Oh! non me ne importa... non mi fai geloso. Ci vado appunto perchè non ci vedo pericolo.
ALFONSO
No... ci vai perchè ti solletica quel bigliettino, col suo concettino ben tornito,... e poi un ritorno,... si risuscitano le sensazioni morte. Un anno di abbandono assoluto... gli è come una imbiancatura alla casa, te la rifà nuova agli occhi.
MANFREDO
Insomma, il perchè non monta. Ci vado... È questione di cavalleria.
ALFONSO
Oh! quand'è così... io camminavo a piedi.
MANFREDO
Ora senti. Come devo fare per ottenere un congedo da mia moglie?
ALFONSO
Aggiustati... io non c'entro.
MANFREDO
Uh... la morale... come vi fate vecchi... voi altri... che rigidume! Neppure se ti proponessi una birbonata.
ALFONSO
No, ma vedi... ci sono delle cose che capisco e di quelle che non capisco. Capisco che la signora... Guglielmo, t'abbia scritto, le capisco questa gran smania di perdonare, lei, a cui bisognerà perdonar tanto, capirei che io, ricevuta una lettera consimile, volassi ai suoi piedi; non capisco che tu, con una moglie bella, giovane, che ti adora, che vale tutte le... Guglielmo di questo mondo, ti ci lasci tirare.
MANFREDO
Mi ci lasci tirare!
SERVO
La posta ( Entra con una lettera su di un vassoio ).
MANFREDO ( prende la lettera, il servo esce )
Permetti? ( Dopo letta la lettera ) Uh!
ALFONSO
Che cos'è? Un'altra avventura?
MANFREDO
No... tranquillizzati. Mi scrive il Terni a nome del ministro, per offerirmi la legazione di Baviera.
ALFONSO
Accetti?
MANFREDO
Oh! Non mi metto al servizio di un governo di cui disapprovo la condotta e combatto i principii.
ALFONSO
Questa è cavalleria e ci sto anch'io. Dio sa se ti vorrei in politica così liberale come sei in amore, ma non deve esser l'offa di un impiego a convertirti.
MANFREDO
Mi sollecita perchè vada a Roma a conferire col ministro. È inutile.
ALFONSO
Oh! già. Dacchè non accetti. A buon conto quella lettera non poteva arrivar più a proposito.
MANFREDO
Cioè?
ALFONSO
Ho detto fin troppo per la morale...
MANFREDO
Ah!... È vero. Grazie del consiglio.
ALFONSO
Mi è sfuggito.
MANFREDO
Lo colgo al volo e te ne scarico..... Mia moglie.
SCENA II.
Berta e detti.
ALFONSO
Buon giorno, marchesa.
BERTA
Buon giorno, duca. Siete sempre irremovibile?
ALFONSO
Pur troppo. Vado anzi a disporre per la partenza.
BERTA
Si direbbe che vi faccio scappare.
ALFONSO
Oh! si direbbe male ( esce ).
SCENA III.
Berta e Manfredo.
BERTA
Quanti ne abbiamo oggi?
MANFREDO
Ventidue... perchè?
BERTA
Perchè questi ultimi giorni di campagna mi corrono a carriera. Vorrei che durassero un mese almeno.
MANFREDO
Non sarebbero più gli ultimi.
BERTA
Oh! è vostra la scoperta? Mi perdonerete la mia schiettezza, ma, sono contenta che il duca se ne vada.
MANFREDO
Perchè?
BERTA
È uno di quei perchè che non si dicono e che dovreste indovinare... E poi... è un originale.
MANFREDO
Alfonso?
BERTA
Ma sì, figuratevi che non mi ha fatto neppure un principio di corte. Niente, proprio niente.
MANFREDO
Glie lo dirò...
BERTA
Non sono poi tanto vecchia ed orribile da toglierne affatto l'idea, vi pare? Che cosa avete? siete preoccupato.
MANFREDO
Io no.
BERTA
Oh! sì. Che cosa avete?
MANFREDO
Nulla.
BERTA
Ebbene, oggi, partito il duca, andremo a passeggio a cavallo fino al Torrione, e così tutte le sere finchè si vada via. Che brutta cosa lasciar la campagna. Vedrete come ho domata la Irga! Ieri l'altro tornando mi fece un salto di paura. Non ve ne siete accorto? Guai se non dite di sì.
MANFREDO
Mi spiace che la montiate quella bizzarra.
BERTA
Oh non c'è pericolo. Ieri ci tornai sola, la ricondussi al luogo dove s'era impennata e riprese, ed io ferma. Si era spaurita di un vecchio tronco segato; ci ripassai tante volte di galoppo, che glie lo feci smettere il grillo.
MANFREDO
Testolina!
BERTA
Sì... risoluta lo sono, è una tradizione di famiglia. Che cosa avete?
MANFREDO
Che cosa ho? Sono diverso dal solito?
BERTA
Spero... Non siete garbato!
MANFREDO
La stagione mi uggisce.
BERTA
No, non lo dite, la più bella stagione dell'anno! Queste brevi giornate di sole sono così sorridenti! ( Pausa ). C'è bisogno di avere amici in casa!? Io li detesto gli amici. Preferisco un capriccio ad un amico. Sia come non detto.
MANFREDO
Finirete per viziarmi.
BERTA
Gli è che toccherebbe a vossignoria dirmi di queste cose. Non signore, voi vi ingusciate nella vostra dignità d'uomo.
MANFREDO
Io le penso.
BERTA
Proprio?
MANFREDO
Come potrei diversamente?
BERTA
Lo credo io. Tutti i giorni, mi ripeto che non potevate incontrare una moglie migliore.
MANFREDO
Hai ragione.
BERTA
Solo tu, come tutti gli uomini, non conosci le dolcezze del conversare. Non si crederebbe come le occasioni dei più bei momenti vi sfuggono inosservate. Convien dire che l'immaginazione non vi giovi. C'è bisogno di caccia, di corsa, di bigliardo e di giornali? Farne che? Passi in città, e ancora... ma qui... tu seduto lì, io qui, senza pensieri, a dirsi che il tempo è bello, che le mie amiche sono insopportabili, che gli amici tuoi sono ridicoli... perchè lo sono ridicoli... il duca, con quella toeletta da Nembrotte incivilito! a parlare dei libri che si leggono, a giudicare i non letti dalla copertina, che so io... a dir nulla, a tacere... Per esempio... sei contento tu... di essere al mondo?
MANFREDO
Sentiamo prima il tuo parere.
BERTA
Grazie... Io, malgrado la sorte mi abbia destinato un marito... come lei... io non mi lagno... Vuoi che te ne dica il perchè?
MANFREDO
Sentiamo.
BERTA
I perchè sono molti. Prima, perchè mi piaccio; sono svelta, elegante, bella, buona, buona!... e poi mi chiamo Berta, mentre potevo chiamarmi Carlotta... figurati... se mi chiamassi Carlotta! e poi sono marchesa... e ci tengo... e poi, tu hai un castello grandioso, ed io ho un quartierino simpatico in città... Se l'avessimo a Firenze il castello! che bella cosa... con tanta distesa di campagna dattorno!
( Manfredo sorride ).
BERTA
Tu hai qualche cosa.
MANFREDO
Perchè?
BERTA
Perchè non hai sorriso bene. Dunque..... A che ora parte il tuo duca?
MANFREDO
Alle tre.
BERTA
E non verrà più nessuno?
MANFREDO
Credo di no... tanto più...
BERTA
Tanto più?...
MANFREDO
Tanto più che probabilmente devo partire ancor io.
BERTA
Perchè?
MANFREDO
Ho ricevuta una lettera... che mi chiama a Roma.
BERTA
A far che?
MANFREDO
Il ministro mi vuole.
BERTA
Perchè ti vuole il ministro?
MANFREDO
Per mandarmi in Baviera.
BERTA
A far che in Baviera?
MANFREDO
Ministro.
BERTA
Che bisogno hanno di un ministro quelli là? E tu ci vai?
MANFREDO
Non so.
BERTA
Colle tue opinioni?
MANFREDO
Che sai tu delle mie opinioni?
BERTA
So che la tua opinione sono io. Ecco la tua politica...
MANFREDO
Insomma, no, non ci andrò.
BERTA
Ah!
MANFREDO
Non andrò in Baviera, ma a Roma...
BERTA
Dacchè ricusi...
MANFREDO
Non importa... non posso scrivere un no, così asciutto asciutto.
BERTA
Non si scrive asciutto.
MANFREDO
Uh!... Giudica tu stessa, ti darò la lettera del Terni. ( Trae di saccoccia parecchie lettere ).
BERTA ( è appoggiata allo schienale della scranna dove lui è seduto )
Quanta roba avete sempre in saccoccia, voi altri uomini!
MANFREDO ( non trova la lettera )
Dove sia?
BERTA
Ed io a vedere tante carte... mi sento nascere una curiosità... Oh!
( Manfredo nasconde la lettera di donna ).
Perchè hai coperta subito quella soprascritta?
MANFREDO
Io?!
BERTA
Sì tu... Era una scrittura di donna.
MANFREDO
Oh!... che!
BERTA
Sì sì sì... ( Manfredo le mostra le soprascritte, tenendole in mano ) Non quella, non quella... questa no... insomma c'era... l'ho veduta io... eccola qui...
MANFREDO
Ebbene?
BERTA
Ebbene, è scrittura di donna.
MANFREDO
Ma no... è di un amico.
BERTA
Dammela.
MANFREDO
Dite da senno, marchesa?
BERTA
O dammi la tua parola d'onore...
MANFREDO
Nè l'uno, nè l'altro... finchè ho creduto che scherzaste... ho scherzato... ora basta...
BERTA
Manfredo... è un capriccio, poni che sia un capriccio... ma non mi ricusare... sarebbe la prima volta... Dammi quella lettera...
MANFREDO
È un capriccio pericoloso. Se non valsi a destarvi sufficiente confidenza, perchè il più leggero nonnulla non vi abbia ad ingelosire...
BERTA ( seria )
Oh! ingelosire... no.
MANFREDO
Non lesino sulle parole... ad insospettire.
BERTA
Senti, Manfredo, non ho sospetti, chi ti ha detto che io abbia sospetti? Ti domando che tu mi conceda questa piccola tirannia; lo sai che siamo tiranne noi; ci vuol tanto? Dammi quella lettera; quando vedrò che sei disposto a cedere, non abuserò della tua arrendevolezza... è un capriccio; ebbene, per noi sovente i capricci sono... me la dài...?
MANFREDO
E se fosse una lettera di donna?
BERTA
Non lo è... ne sono sicura che non lo è... e fosse anche...
MANFREDO
È una lettera di donna....
BERTA
Non importa... Se tu la serbi così gelosamente... potrò supporre, che so io... potrò supporre... Che se invece me la dài, mi basterà questa prova di sicurezza... per tranquillarmi... Non la leggerò.
MANFREDO
Non la leggerai?
BERTA ( leggermente )
E che sono curiosa io? Sono impuntita... e null'altro... S'era tanto in pace... ( Gli strappa rapidamente la lettera di mano ) Ah!...
MANFREDO
Berta... Berta... rendimi quello scritto... è indegno... rendetemi...
BERTA
Quello scritto è qui... ed è scritto di donna; mi date la vostra fede che non c'è dentro nulla che mi possa toccare... ed io ve lo rendo...
MANFREDO
Non ho ceduto mai ad una minaccia.
BERTA ( apre febbrilmente e legge; lunga pausa, poi con voce calma )
Prendete... Chi è quella donna che non ha il coraggio di avere un nome?
MANFREDO
Non lo so.
BERTA
È giusto... Raggiungetela...
MANFREDO
Fu un'azione inqualificabile la vostra.
BERTA
Non mi fate rimproveri... Io non so chi abbia create certe comode leggi di discrezione e di delicatezza, e non le discuto... sento nella mia rettezza che non ho nulla a rimproverarmi. Non ho mentito io. ( S'incammina ).
MANFREDO
Berta... sentite...
BERTA
Non mi fate arrossire. ( Esce ).
SCENA IV.
Manfredo, Alfonso
( Manfredo passeggia il palco scenico agitatissimo )
ALFONSO
E così?
MANFREDO
Sei tu? ( Accennando la porta donde uscì Berta ) Sa tutto.
ALFONSO
Oh! come è stata?
MANFREDO
Ha letta la lettera.
ALFONSO
Partirai lo stesso?
MANFREDO
Ho altro in testa che quella...
ALFONSO
Che cosa disse tua moglie?
MANFREDO
Nulla.
ALFONSO
Credi grave la cosa?
MANFREDO
La credo irrimediabile.
ALFONSO
Non hai fatto di tentare spiegazioni?
MANFREDO
Oh! sarebbe stato poco onesto ed inutile. Aveva proprio bisogno di scrivermi colei. Gli è che conosco Berta, e...
ALFONSO
Vuoi tu bene a tua moglie?
MANFREDO
L'ho sposata...
ALFONSO
Perchè ne volesse a te.
MANFREDO
O amore o non, è mia moglie e son sicuro che non me la perdonerà più. — E poi mi ha sorpreso che ricorrevo a sotterfugi con lei..... capisci... ci ho fatta una bella figura. Il Marchese Terroni! Non rimpiango di aver perduto il suo amore; noi siamo troppo vecchi per tanta gioventù e tanta fede... mi pesava forse... Ma ho perduta la sua stima... e mi sta bene..... ( Dà un crollo di spalle ) Oh!
ALFONSO
Già... bisogna vedere di accomodare ogni cosa.
MANFREDO
Impossibile.
ALFONSO
No... Basta che tua moglie possa farsi convinta che le vuoi bene.
MANFREDO
Oh! già...
ALFONSO
Eh! Se ne superano di maggiori difficoltà. Ci sei già riuscito una volta a convincerla, e poi, una donna non domanda altro; in fondo in fondo sono migliori di noi... e una volta sicura dell'oggi vai tranquillo, che il ieri è suonato... Ma bisogna farla sicura dell'oggi.
MANFREDO
È così facile teorizzare...! Mi basterà aprir bocca per esser creduto eh? Non c'è che dirsi: lo volli e schiavo.
ALFONSO
Mio caro, c'è qualcheduno più astuto della volpe: colui che l'acchiappa. Non ti consiglio mica di dire a tua moglie: Dimenticate quello che è stato perchè vi assicuro che vi amo. No... quantunque, quando vogliono credere... ma si fa nascere un'occasione... Se tu diventassi geloso?
MANFREDO
Ah! che ho voglia di scherzare io?
ALFONSO
Diciamo così... se lei... ti facesse geloso? Si tratta di condurti ad un segno tale che ti abbia a credere innamorato di lei...
MANFREDO
Berta sa... che troppo la rispetto per...
ALFONSO
Non la rispettar tanto... l'avrà più caro.
MANFREDO
E poi... è volgare... la gelosia...
ALFONSO
Giove s'è vestito da uomo tante volte. Dài retta, io dirò alla marchesa, che t'ho visto agitatissimo, che sapevo di quella lettera, che non credo ad una tua gran passione per la signora... Guglielmo... Quelle attenuanti che tu non potevi, io potrò suggerire... e le dirò... come conclusione, che ti abbia a mettere alla prova. Ti va? E se ce n'è di bisogno io rimango.
MANFREDO
Che m'abbia ad ingelosire di te?
ALFONSO
Intendiamoci... a fingere...
MANFREDO
Caro mio... me ne duole... e non vorrei che te ne avessi a male, ma capisco che non ci riescirò... mi sarà impossibile... anche fingere.
ALFONSO
Con un po' di sforzo.
MANFREDO
Guarda... tu sai se ho voglia di ridere in questo momento; ebbene, all'idea che io possa diventare geloso di te... non ci resisto.
ALFONSO
Bada! Alle corte: io t'offro questo ripiego, da commedia se vuoi, vecchio, come l'amore e come la gelosia, ma, a parer mio, buono ed efficace... Decidi...
MANFREDO
Fa come vuoi...
ALFONSO
Va bene. ( Suona il campanello ).
MANFREDO
Mia moglie non accetterà.
ALFONSO
Ne sei sicuro?
MANFREDO
La conosco: non è donna da accondiscendere neanche per celia, e neanche per prova, a recitare una parte cosiffatta, e si valuta a troppo caro prezzo per venirmi incontro.
SERVO
Il signor marchese ha chiamato?
ALFONSO
Sentite se la marchesa è visibile. ( Servo via ).
MANFREDO
Ti devo dire una cosa?
ALFONSO
Di'...
MANFREDO
Ho mezza voglia d'andarmene.
ALFONSO
Dove?
MANFREDO ( mostrando la lettera )
A farmi perdonare...
ALFONSO
Padronissimo. Io rimango.
SERVO
La signora marchesa prega il signor duca a volerla aspettare un momento. ( Via ).
MANFREDO
Addio.
ALFONSO
Parti?
MANFREDO
Domani forse...
ALFONSO
Eh! la notte porta consiglio. ( via Manfredo ).
SCENA V.
Alfonso poi Berta
ALFONSO ( guardandogli dietro )
Tu non partirai...
( Berta entra ).
ALFONSO
Mi duole di avervi disturbata.
BERTA
Stava ripassando una suonata di Beethoven; venite a salutarmi?
ALFONSO
Sì.
BERTA
Non vi chieggo, che cosa vi chiami a Firenze.
ALFONSO
No... piuttosto non chiedetemi che cosa mi cacci di qui.
BERTA
Vi caccia? Lo chiedo invece.
ALFONSO
Ci son cose che d'ordinario una donna come voi... non vuole udire.
BERTA
Tutto ciò che un gentil uomo ed un onesto uomo può pensare, una donna come me può udire...
ALFONSO ( con intenzione )
Non tutti i nostri pensieri sono volontari, e non ne siamo padroni di tutti... Certe volte... inavvertiti, lenti ed insinuanti, una idea, un sogno, una speranza impossibile, s'insinuano attraverso le migliori intenzioni, e non ci facciamo accorti della loro esistenza, se non quando questa idea è divenuta assidua tanto, che il combatterla è impresa difficilissima, ed il vincerla..... impossibile.
BERTA ( seria )
Non capisco...
ALFONSO
Ed appunto...
BERTA
O desidero di non capire...
ALFONSO
Eppure, permettetemi, marchesa, di continuare; eppure, quando di fronte a cosiffatti pensieri assidui e tormentosi, un uomo trova in sè e nella propria coscienza di amico, sufficiente forza per resistere e manifesta la propria resistenza con un mezzo così eloquente come è quello di togliersi volontariamente al seducentissimo pericolo, mi pare che quest'uomo meriti almeno...
BERTA
Vi prego di non continuare...
ALFONSO
Dove c'è un'offesa nelle mie parole? Vi chieggo d'essere vostro amico; non l'amico volgare, e non l'amico, che si contenta al meno, per conseguire il più. Ve lo chieggo, oggi, e vi giuro, che non chiederò altro domani. Ci sono confidenze che un intimo orgoglio impedisce fra donne, e l'anima talvolta trabocca a segno che una confidenza le è necessaria. Vi stendo la mano. Ma la mia lealtà mi costringe a dirvi, che questa profferta di amicizia è rassegnazione, e che...
BERTA
Non ho bisogno di amici. Le mie confidenze io soglio farle a me stessa e soglio trovare in me tutta la forza e tutti i conforti che mi offrite. Alle tre... volete partire?
ALFONSO
E se... malgrado vostro...
BERTA
Insomma...
ALFONSO
Non mi potete impedire...
( Berta s'alza per andar a suonare il campanello ).
Il campanello? Non vi disagiate... lo suonerò io. ( Suona il campanello ).
( Berta rimane in piedi ad aspettare — Servo compare ).
Fate risalire le mie robe. Rimango. ( Il servo s'inchina ed esce ).
BERTA ( rinviene dal proprio stupore )
Che vuol dir ciò?
ALFONSO
Vi do la mia parola di gentiluomo e di galantuomo che mi potete toccar la mano ( glie la porge ).
BERTA ( esita, lo guarda, poi glie la stringe )
Ci credo.
ALFONSO
Sentite... so tutto, e vengo a dirvi: c'è rimedio a tutto.
BERTA
Oh! sì, sì...
ALFONSO
Ed aggiungo di più... Manfredo vi ama.
BERTA ( sorride )
Non so che valore diano gli uomini alle parole..... Mia madre allevandomi lontana dal mondo, e nella solitudine severa di un vecchio castello, mi apprese a distinguere nettamente i profili di ogni azione e di ogni intenzione, e mi educò al principio che la via giusta è larga e retta. Non conosco le sfumature. Voglio o non voglio... e nel mio stretto cervello... soglio chiamare le cose col loro nome il più brutale.
ALFONSO
Avete torto... Non è ai tempi... nostri che si possa vivere pensandola come voi. — Gli uomini si somigliano troppo fra di loro... Dacchè si convenne di chiamare elegante tutto ciò che non esce dal comune, credetelo, una idea assoluta, è impolitica. I libri, la vaghezza dello spolvero, la facilità dei commerci, hanno ridotte le relazioni tra uomini e donne ad una continua guerriglia d'imboscate, e la felicità, a cui una volta si mirava dritto, bisogna conseguirla ora a forza di rigiri e di scaramuccie... Io comprendo che al vostro orgoglio di sangue ripugni un simile maneggio, ma in fine dei conti, si può sacrificare anche l'orgoglio, quando ne va di mezzo... la vita.
BERTA
A che volete condurmi? E prima di tutto, perchè quella inesplicabile commedia di poco fa?
ALFONSO
È cosa difficile a dirsi, specialmente ad un... Catone come voi... Mi ci proverò, tanto più che avete diritto ad una spiegazione. Sapete a che si riduce oggi la scienza di tutto il vivere? Ad una brutta parola... Diffidenza. Prima di darmi a comporre certi screzii famigliari... ho voluto farmi certo che il male era profondo...
BERTA
In una parola, non eravate ben convinto che io non fossi una civettuola.
ALFONSO
No... ma... insomma, non fatemi durare nell'imbarazzo... Mi confermai nella mia credenza, che voi siete una retta, seria e nobile dama... Sentite..... Manfredo ricevette una lettera di donna, di una donna che in passato... Un uomo di cuore non può ricusarsi a certe domande...
BERTA
Ha mentito. Ha limosinato un pretesto per abusare della mia fede.
ALFONSO
No... vi ha nascosto quanto non vi poteva palesare, nè più nè meno. È naturale che voi duriate fatica a darmi credito, ed è naturale che non abbia cercato egli di sminuire la mala impressione prodotta in voi da quello scritto. Vi propongo un'esperienza. Siete libera di accettarla o di ricusarla. Ma lasciatemi almeno manifestarvi il mio progetto.
BERTA
Sentiamo.
ALFONSO
Si tratta...
( Cala la tela ).
ATTO SECONDO
La stessa decorazione. C'è il fuoco acceso.
SCENA I.
Alfonso e Manfredo.
MANFREDO
Bel gusto stare in campagna con questo po' di nebbia; non ci si vede più. Alle cinque sarà scuro fitto come in gola.
ALFONSO
Oh! Che in città non sarebbe tutt'uno? Non ti piacciono a te quegli alberi ricamati sul grigio uniforme del cielo, che vi appaiono imprecisi, lontani e fantastici? C'è un silenzio strano per i campi in queste giornate... mi piace l'ottobre. Ieri s'andava a passeggio con tua moglie...
MANFREDO
Chissà che cera mi farà la contessa Sofia quando ci rivedremo... a Firenze.
ALFONSO
La cera che il più debole fa al più forte. Un misto di dispetto, di curiosità e di paura. A rimanere tu, a resistere alle seduzioni di quel bigliettino, hai tanto guadagnato nell'animo di quella signora, che a farlo apposta non avresti potuto meglio. Sei diventato il punto interrogativo, l'enigma... e poi... hai fatto il tuo dovere, e tua moglie credo ne sia contenta, sicura com'è che sei rimasto per lei...
MANFREDO
Dimmi un po'... In questi due giorni ha fatto mai, mia moglie, d'indovinare chi fosse l'autrice di quel biglietto?
ALFONSO
Ma no, mi ci aspettavo ancor io, e mi ero preparata l'aria la più innocente. Non signore, nemmeno ha mosso un dito per saperlo.
MANFREDO
Volevo dire!
ALFONSO
Sai, io sono convinto che ti vuol bene, ma per fortuna, il male prodotto da quella scoperta non fu così profondo come si temeva... È una donna che intende la vita, tua moglie, e sa che un uomo, in fin dei conti...
MANFREDO
Le disse teco queste cose?
ALFONSO
Oh! figurati! Non le disse... e non le direbbe mai... si leggono nelle interlinee queste cose... e poi tua moglie è sicura del tuo ritorno...
MANFREDO
Te lo ha detto?
ALFONSO
La donna che ignora non c'è più sulla terra. Tutte hanno conoscenza di noi. Quando esposi alla marchesa Berta il mio piano di battaglia... sai tu che cosa mi ha risposto? Mi disse: Accetto, benchè sia certa che ci cascherà.
MANFREDO
Che ci cascherò?
ALFONSO
Accettò non per farti ingelosire, ma benchè sapesse che ti saresti ingelosito... Essa ignora che c'era un'intesa fra di noi.
MANFREDO
A proposito mi avvertirai quando dovrò cominciare la commedia.
ALFONSO
Come, ti avvertirò...?
MANFREDO
Sì... avrei paura di lasciar scappare il momento senza farmene accorto... ( Ride ).
ALFONSO
Io ho già cominciato.
MANFREDO
A far che...?
ALFONSO
A corteggiare tua moglie.
MANFREDO
Sì?... quando e come?
ALFONSO
Non te ne sei accorto? Subito ho cominciato, e se te la devo dire, mi ci diverto a questo esercizio. La signora Berta ha molto spirito ed è molto padrona di sè... cosicchè là dove credeva di trovare un lamento, trovai un sorriso, che se è simulato lo è a perfezione, trovai un ingegno sciolto e vivace, trovai una fantasia diciottenne, e trovai sovratutto quel profumo di galanteria che credevo vaporato per sempre, e di cui mi accorgo esistere ancora qualche boccetta.
MANFREDO
Mi dài uno zigaro?
ALFONSO ( glie lo dà )
Mi disse subito che le era parso strano che non le avessi fatto la corte, e che lo avea anzi detto con te, chiamandomi originale... È vero?
MANFREDO
È vero.
ALFONSO
Fummo a passeggio insieme, giù pei boschi, le feci lettura, suonammo a quattro mani al pianoforte; ieri sera stemmo un paio d'ore lì daccanto al fuoco, a parlare di antichità; e sai, in tutto questo tempo, per quanto mi ci abbia aguzzato il cervello, non le ho potuto tirare un rimpianto! Com'è padrona di sè! Tu la avessi veduta..... calma sempre come una Dea. Non riuscii a sorprenderle un solo moto di ciglia... nemmeno uno. È marchesa fino alla punta dei capelli — che sono suoi, mi disse.
( Manfredo ride ).
ALFONSO
Perchè ridi?
MANFREDO
Rido a vederti battere le strade di traverso colla pia intenzione di fare la commedia anche con me. Ti solleticherebbe l'idea di vedermi ingelosito eh? un pochino ingelosito. Ah! ah! ah! È difficile...
ALFONSO
Non t'avrei messo a parte del mio progetto. Ti conosco troppo uomo di mondo per concepire una simile speranza. E si convenne che non avresti fatto altro che fingere.
MANFREDO
Non so se ci riescirò, neppure a fingere. E poi discutendolo come due che ci siano estranei, ci vedo del macchinoso nel tuo rimedio. A prima vista e scottato di fresco, quando mi facevo il danno più grosso che non fosse, mi ci arresi, non avevo testa a pensarci, ma ora ho riflettuto. Sai, mia moglie non ama lo scandalo e mi basta. Già..... non si può durare a fare l'idillio per tutta la vita.
ALFONSO
La dobbiamo smettere? Io ci sto. Se vuoi rinunciare al perdono di tua moglie... non ti so che dire.
MANFREDO
Non vorrei che avesse a parere un congedo... per te.
ALFONSO
Perchè?
MANFREDO
Non sei rimasto apposta?
ALFONSO
Oramai non farei più in tempo a partire; no, continuo ad accettare la tua ospitalità, se me la offri.
MANFREDO
Oh!... sei in casa tua.
ALFONSO
Grazie... Dunque... lasciamo lì?
MANFREDO
Poh... dacchè ci siamo. ( Getta lo zigaro ).
ALFONSO
Ti ho dato un zigaro cattivo, prendine un altro.
MANFREDO
No... grazie, ho fumato abbastanza. ( S'avvicina al fuoco ).
ALFONSO
Converrà poi che ci accordiamo pel finale.
MANFREDO
Andate fuori oggi... a cavallo?
ALFONSO
Non so... non credo... È troppo freddo.
MANFREDO
Però dovreste. È così bella la campagna d'ottobre!
ALFONSO
Ci verresti anche tu?
MANFREDO
Oh non sono poeta io.
ALFONSO
E poi... dobbiamo studiare una sinfonia per suonarla stassera. Ci starai a sentire?
MANFREDO
Non so.
SCENA II.
Berta e detti.
BERTA ( entra ricamando e va a sedere al tavolino da lavoro )
Duca.
ALFONSO
Eccomi.
BERTA
Mi date quello sgabelletto?
( Alfonso glielo mette sotto ai piedi inginocchiandosi ).
Come sta bene un uomo in quella posizione; solo vi ci vorrebbe una parrucca, un abito ricamato, uno spadino e una boccetta di sali per me che verrei meno dalla emozione. Alzatevi, duca, e sedete, e divertitemi; no, ditemi invece delle cose serie, o meglio non mi dite nulla, leggiamo.
ALFONSO
Siete di buon umore oggi?
BERTA
Sì.
ALFONSO
Perchè?
BERTA ( sottovoce )
Ve lo devo dire?
ALFONSO ( c. s. )
Dite.
BERTA ( c. s. )
Forse avevate ragione. ( Ride )
ALFONSO ( c. s. )
È là.
BERTA ( c. s. )
Davvero! Guardate un po', ed io non l'avevo veduto... che cieca! Leggiamo ( Prendono un libro caduno ) Che cos'è questo libro?
ALFONSO
Don Chisciotte.
BERTA
Non mi piace, ne cercherò uno io. ( S'alza e va verso la libreria, e vede Manfredo ) Oh! siete voi! non vi avevo veduto... Come va?
MANFREDO
Grazie.
BERTA
Non sapevo che foste lì, e siete poco galante. Vostra moglie entra, siede, parla coll'amico vostro, per non sapere che fare, ricorre alla lettura...
ALFONSO
Grazie.
BERTA
E voi non vi fate vivo... e neppure venite a baciarmi la mano. ( Gli porge la mano ) A voi.
( Manfredo glie la bacia ). ( Ad Alfonso )
Avevate detto grazie... perchè?
ALFONSO
Nulla, nulla.
BERTA
Perchè non avvertirmi che Manfredo era qui?
ALFONSO
Non ci ho pensato.
BERTA
Ci si doveva pensare.
( Alfonso si stringe nelle spalle ).
BERTA ( a Manfredo )
Sembrate di cattivo umore voi. Invece di essere contento che il duca è rimasto per tenermi compagnia.
MANFREDO
Sono contentissimo, ma non sento il bisogno di manifestare la mia gioia con tanta...
BERTA
Sst! stavate per dire una mezza sconvenienza... fermatevi mentre siete in tempo... sedete lì e facciamo conversazione noi tre. Quando ero bambina, nelle giornate come queste, si giocava a far le dame colle mie sorelline. Giochiamo anche noi, io farò la dama e lor signori mi faranno la corte... Ecco, incomincino.
ALFONSO
Non so come pigliarmela.
BERTA
Vi insegnerò io... Si fa così... Si comincia a mettersi una mano nei capelli con un'aria tra lo sbadato ed il nervoso, poi si accenna a parlare e si tace, poi finalmente col tono di chi volesse farvi la più importante confidenza si comincia, per esempio, col dire: bel tempo!
( Manfredo s'allontana ).
BERTA
Dove andate?
MANFREDO
Scusatemi... io sento un freddo... mi avvicino al fuoco.
BERTA
Ci avviciniamo tutti.
MANFREDO
No... rimanete... assisterò di là alla vostra graziosissima lezione.
BERTA
Quel povero duca! Rimango io sola ad occuparmi di lui.
MANFREDO
E sono convinto che bastate... è vero?
ALFONSO
Oh!
BERTA
A proposito, duca, e la nostra sinfonia?
ALFONSO
La devo ripassare.
BERTA
Andateci subito allora.
ALFONSO
Mi cacciate?
BERTA
Sì.
ALFONSO
Obbedisco.
SCENA III.
Berta e Manfredo
( Silenzio ).
BERTA ( va a sedergli vicino )
C'è proprio freddo... Volete che torniamo in città...?
MANFREDO
Sono ai vostri comandi.
BERTA
Se alle volte vi ci annoiaste troppo qui.
MANFREDO
Vi fate torto, marchesa, e poi... ora che Alfonso è rimasto... per tenermi compagnia! Vi siete ricreduta sul suo conto?
BERTA
Cioè?
MANFREDO
Non l'avevate molto in grazia.
BERTA
Oh! è un uomo come gli altri.
MANFREDO
Fossero tutti come lui. Colto, vivace, elegante, bello di forme, gentiluomo perfetto, scudiero intrepido.
BERTA
È bella l'amicizia fra uomini! Almeno quando parlate di un amico voialtri lo lodate sul serio; noi invece..... ma gli è che noi donne non ne abbiamo di amiche.
MANFREDO
È un privilegio invidiabile il nostro; tra uomini l'amicizia è rara se volete, ma tenace ed indissolubile; per esempio, Alfonso ed io.
BERTA
Già voi non sapete parlar d'altri che del duca.
MANFREDO
Tento combattere quel po' di avversione che gli mostrate.
BERTA
È vero, ce ne sono molti che mi piacciono più di lui.
MANFREDO
E avete torto. Io vorrei che diventasse vostro amico.
BERTA
Perchè?
MANFREDO
Perchè... mi pare che molto lo desideri.
SCENA IV.
Alfonso e detti.
ALFONSO
Scusate, se non s'accende un po' di fuoco anche di là non ci si resiste; ho le dita intirizzite. Guardate... si direbbe che mi destinate al supplizio...
MANFREDO
Che Dante assegna ai traditori... il ghiaccio. Vado a dar ordine che riscaldino... se no... il concerto di stassera...
BERTA
E tornerete subito...?
( Manfredo s'inchina ed esce ).
SCENA V.
Berta, Alfonso.
BERTA
Vi ringrazio.
ALFONSO
Di che?
BERTA
Comincio a credere che abbiate ragione voi.
ALFONSO
Sul conto di Manfredo? Ah! sentite, marchesa... bisogna pure che ve lo dica: Non ne facciamo nulla...
BERTA
Perchè?
ALFONSO
Credete a me.
BERTA
In queste cose ci vedo meglio di voi...
ALFONSO
Eppure...
BERTA
No... lasciate che vi ringrazii...
ALFONSO
Mi spiace togliervi tante illusioni, ma lo debbo fare, per obbligo d'onore. Quando vi proposi questa prova e vi decisi a tentarla, appena se vi conoscevo. Eravate per me quell'incognita, che è e deve essere la moglie di un amico vero. Vi salutavo, parlavo con voi del più e del meno: vi sapeva, o meglio, vi sentiva rettissima; mi pareva che foste in buon accordo con Manfredo, e nulla più. Del vostro modo di pensare, di sentire, della vostra squisita natura, del vostro amore profondo per lui, nulla sapevo, e nulla curavo sapere... La prova, io ve la proposi dunque, non preoccupandomi che di lui; contento di ridare a lui ed a voi quell'apparente reciproca confidenza che basta alla maggior parte dei maritaggi. Ma vi ho conosciuta; e, permettete che ve lo dica, vi siete rivelata a me... ed ho capito... che... non potevo lasciarvi più oltre...
BERTA
Che vuol dir ciò?
ALFONSO
Prima che lo proponessi a voi, il mio progetto era stato discusso... con Manfredo.
BERTA
Oh!... lasciatemi... Mentiva... mentiva di nuovo, mentiva sempre... Come la sanno quell'arte! Quella inquietudine, quella freddezza, quella ironia, quell'ira che gli sfavillavano negli occhi... erano bugiarde... Mentiva! Chi vi ha dato il diritto di insultarmi in quel modo? Avete carpita la mia fede, le mie più intime confidenze... avete assistito per virtù d'inganni... ai miei dolori ed alle mie gioie... chissà, avete forse sorriso a vedermi così giovane ed ingenua..... ebbene, avete agito bassamente, signor duca... lasciatemi...
( Alfonso non si muove ).
BERTA
Lasciatemi, vi ho detto... Sareste così... da non obbedire al comando... d'una donna?
ALFONSO
Perdonatemi... bisogna che mi discolpi... non posso durare sotto il peso del vostro disprezzo. Vi giuro che il mio fine fu onesto... e difatti nessuno mi costringeva a questa confessione... Credetelo, marchesa, fui precipite troppo nell'attuare un progetto... infantile forse; ma non ci fui mosso che da giusti ed onorevoli sentimenti... Non ho carpito la vostra fede, no; mi avete conosciuto per onesto uomo, e confidaste in me... ebbene... vi so dire che le ho meritate queste confidenze...
BERTA
Come si chiama quella donna?
ALFONSO
Non lo so.
BERTA
Vi perdono a patto che mi diciate quel nome.
ALFONSO ( salutandola )
Marchesa... ( accenna ad uscire ).
BERTA
Duca... Perchè mi avete tolta d'inganno?
ALFONSO
Perchè il vostro cuore non mentisce, e perchè Manfredo vi ama. Se non avessi avuta coscienza di ciò, non ve lo avrei detto il secreto della mia prova. Ma ho pensato: a che giova l'inganno...? Sì... c'era un'intesa fra me e Manfredo; egli doveva simulare tale gelosia, che vi facesse certa dell'amor suo... Non preferite saperlo? non preferite essere giudice voi stessa, se sia simulata o no... quella gelosia?
BERTA
È vero.
ALFONSO
Ebbene... un'ultima prova... decisiva... Mi ritornate la vostra fiducia?... Sarà una ragione di più... per detestarmi, se non me la meriterò...
BERTA
No... lo dovete essere un onest'uomo.
ALFONSO
Vi pare?... Dunque... a momenti Manfredo tornerà; appena lo vedrete spuntare, voi mi direte a mezza voce: «Alle nove stassera...» ed uscirete... Solo che invece d'uscire, siccome di là c'è freddo, vi consiglierei... di mettervi al riparo dietro quella tenda...
BERTA
Oh! origliare ad una porta...
ALFONSO
No... non ci sarà bisogno di origliare... sentirete come se foste qui.
BERTA
Tuttavia...
ALFONSO
Sentite... marchesa, le leggi non sono fatte per le eccezioni... e poi... c'è un principio che fu riconosciuto ed adottato in tutti i tempi... non riguardano che gli uomini le leggi. Ciò che per noi... sarebbe disonesto, indelicato e cattivo... per voi è capriccioso soltanto. Dacchè c'è il mondo... tutte le donne hanno origliato a qualche porta...
BERTA
Dacchè c'è il mondo... e ci sono le porte... ( Vede entrare Manfredo ) Siamo intesi dunque... alle nove... ( Esce ).
SCENA VI.
Alfonso e Manfredo.
( Alfonso s'alza fregandosi le mani ).
MANFREDO
Sei contento...?
ALFONSO
No... ho freddo alle mani... Dimmi un po', Manfredo... ma proprio schietto... non ti pare di sentirti un principio...
MANFREDO
Di che?
ALFONSO
Non ti pare che... il fingere la gelosia progettata... non t'abbia a parere più facile?
MANFREDO
Se lo sapevo io...! che ci tenevi proprio... Ah, ah, ah!... no... Tu saresti capace d'ingelosire chiunque... nessuno più di me riconosce i tuoi meriti, le tue seduzioni irresistibili... nessuno... ma che vuoi... di te, come di nessun altro... capisco possibile la gelosia... non la capisco possibile... Ah, ah, ah... geloso di te... a proposito di mia moglie... Ah, ah, ah!...
ALFONSO
Dunque... niente?
MANFREDO
Oh! niente... proprio niente.
ALFONSO
Quand'è così... posso parlare senza scrupoli...
MANFREDO
Sì... e so quello che vuoi dire...
ALFONSO
Lo sai!
MANFREDO
Mi vuoi annunciare prossimo lo scioglimento...
ALFONSO
Che scioglimento?
MANFREDO
Della nostra commedia...
ALFONSO
Della... ah... sì... sicuro della nostra commedia.
MANFREDO
Dunque parla...
( Alfonso è imbarazzato ).
Ci vuol tanto... ho tutto inteso...
ALFONSO
Ah... non è nulla... sai... già... ho combinato lo scioglimento... capirai... che menarla per le lunghe di più non si poteva... bisognava stringere oramai... bisognava apparecchiarti al tuo quinto atto... colla sua brava tirata sulle mogli, sui mariti...
MANFREDO
E sugli amici...
ALFONSO
E sugli amici... Il campo è vasto, e ci potrai spaziare a tua posta...
MANFREDO
Dunque stassera...
ALFONSO
Sì... stassera alle nove e mezzo...
MANFREDO
Alle nove...
ALFONSO
Alle nove per noi... alle nove e mezzo per te... non bisogna che tua moglie possa sospettare che siamo d'accordo... Ti pare che vada?...
MANFREDO
Benissimo...
ALFONSO
Se alle volte vuoi suggerire un altro spediente...
MANFREDO
No... quello è ottimo.
ALFONSO
Dunque... siamo intesi, alle nove e mezzo.
MANFREDO
Sì...
ALFONSO
E... amici... è vero?
MANFREDO
Amicissimi...
ALFONSO
Allora addio...
MANFREDO
Addio... Alfonso... ( Lo raggiunge, lo afferra pel bavero e lo riconduce sul proscenio ) Se non te ne fa nulla... non ci andare al convegno. Sono geloso, per quanto mi costi il confessartelo... e poi no, non mi costa nulla, te lo dico colla fronte alta... Le voglio bene... Non ci andare, Alfonso; lo so che lo fate per gioco; lo so che lo fate per me, che non me lo merito; ma non importa, soffro, mi rodo, mi sento lacerare qui... sono geloso, le voglio bene, le voglio bene..... le voglio bene. Smettila la prova; non ci saprei durare.
SCENA VII.
Berta e detti.
( Berta si inoltra non veduta da Manfredo e gli si ferma daccanto ).
MANFREDO
Berta non lo saprà di mio amore, non lo saprà così subito; non mi perdonerà per ora... pazienza! Un giorno o l'altro... avrà fede in me... ti ringrazio, sai, di quello che hai fatto, non andò perduto il tuo inganno; hai rivelato a me stesso il mio amore immenso per lei.
( Alfonso lo fa volgersi verso Berta ).
Ah! ( Le fa un bacio in fronte ).
ALFONSO
Storia vecchia!
FINE DELLA COMMEDIA.