Si svegliarono che il sole era già alto, riacquistando, con una sensazione dolorosa alle ossa, l’intera coscienza della realtà da affrontare. Si destarono vicini e si guardarono a lungo con gli occhi spalancati, mentre la luce filtrava negli strati d’erba. Non si stava male.
Devan fu colpito dall’azzurro così profondo degli occhi di Betty, molto più intenso di quelli di Beverly. Inoltre negli occhi di Betty c’era sempre come una scintilla di segreta ironia. Mai aveva visto il suo volto così da vicino e rimase colpito dalla sua pelle liscia e dalle sue labbra così morbide anche al solo vederle. Mentre la guardava, Betty gli sorrise.
— Siete reale, non è vero? — lei gli sussurrò.
— Lo spero. Anche voi avete creduto a un sogno?
Betty annuì. — Avete cercato di muovervi?
— Sì, ma non ci sono riuscito, non sento le estremità.
— Forse staremmo più al sicuro standocene qui. — Socchiuse gli occhi che brillarono.
Era tiepida e lo guardava attentamente. Gli si avvicinò e lo baciò dolcemente sulla bocca. Poi si mise a sedere.
Lui la guardò rimanendo disteso, con una sensazione di calore sulle labbra.
— Come si sta? — chiese.
— Non è certo una giornata estiva — rispose, rabbrividendo al freddo del mattino. — Non vedo nessuno — aggiunse — non che ne provi desiderio.
Pure l’uomo si alzò a sedere.
Il cielo era azzurro e il sole più caldo di quanto pensasse. Poteva vedere il lago e il dolce pendio di una collina erbosa.
— Dove sono andati tutti? — chiese Devan.
— Forse sono tornati dall’altra parte dell’Ago.
Devan si sentiva intirizzito e non poté fare a meno di battere i denti, mentre osservava che le donne hanno uno strato supplementare di grasso che le ripara. Pensò che doveva essere proprio così.
— Cosa non darei per una buona tazza di caffè — disse lei.
— Io vorrei uova al prosciutto e pane tostato…
— Vi prego, Dev. Piuttosto, se dobbiamo muoverci, io penso che be’… potremmo incontrare qualcuno e…
Devan divise il suo imbarazzo per la totale mancanza dei vestiti. Durò pochi secondi. — Ho tutto alla lavanderia — disse — ma vedrò di fare qualcosa. — Raccolse delle foglie e quando tornò, Betty si stava intrecciando una gonnellina di erbe che fissò con un ramo attorno alla sua vita, chiudendone i lati con dei fili ben tirati.
Anche Devan si preparò una specie di gonna che lei approvò: — L’ultimo grido della moda maschile — disse allegramente.
Quando raggiunsero la china che scendeva alla spiaggia, si fermarono a osservare. C’erano diversi corpi abbandonati e privi di vita. La spiaggia era coperta di impronte di piedi, ma non c’era alcun segno di persone viventi.
Scesero alla spiaggia e Devan indicò il corpo di un uomo che stava abbandonato nell’acqua. — Spencer Grady, un membro del Consiglio. Troppo vecchio per farcela.
— Chissà se il dottor Costigan e gli altri ce l’hanno fatta?
Scorsero, nello stesso istante, del fumo che si alzava al di là di una collina. — Ci dev’essere qualche boy-scout — disse Betty. — Forse stanno preparando la colazione e noi arriviamo proprio in tempo.
Si incamminarono in quella direzione. Giunti in cima alla collina, se ne trovarono di fronte un’altra simile, ma non c’era alcun segno di esseri umani.
Improvvisamente, Betty gli strinse un braccio, indicando un punto sull’erba. Devan guardò in giù credendo di vedere un serpente o qualcosa del genere. Ma Betty si era già chinata al suolo, il volto vicino a un fiore. — Ma è fantastico — essa esclamò — una “claytonia virginica” con sei petali, mentre questi fiori ne hanno sempre cinque.
Devan non fu particolarmente colpito, sostenendo che c’erano ben trifogli a quattro petali, ma lei fu irremovibile nel dichiarare che questo fiore era veramente una cosa eccezionale. — Ciò mi dà veramente la sensazione di un luogo “estraneo” alla terra — disse.
Continuarono il cammino e a un tratto sentirono un rumore indistinto e voci. Devan si mise davanti a Betty, pronto, all’occorrenza, a difenderne la vita. Ma, giunti in cima alla collinetta, videro venire correndo verso di loro, su per il pendio, Beatrice Treat, vestita di rami e d’erba.
Sembrava un albero di Natale.
Finalmente in preda a viva emozione, riuscì a esclamare: — Signor Traylor! In nome del cielo!
Poi vide che lei guardava dietro le sue spalle e intuì che stava confrontando rapidamente il suo improvvisato abbigliamento con quello di Betty, trovando il proprio meno riuscito.
— Questa — presentò — è la signora Peredge. Beatrice Treat.
Le ragazze si scambiarono complimenti.
— La signora Peredge — spiegò lui — è, anzi era, la segretaria del signor Costigan. Da dove venite? — le chiese.
Beatrice indicò un punto sulla collina. — Siamo tutti là, o meglio, lo eravamo. Molti sono in giro a eseguire gli ordini loro affidati. Ci stiamo organizzando. Non è meraviglioso?
— Ordini?
— Sì — rispose — mi devo sbrigare. Devo andare a raccogliere bulbi. Gli indiani se ne cibavano. Lo sapevate? — Quindi corse via.
— Le cose non sono poi così brutte come sembrava. A quanto pare, c’è una specie di organizzazione.
Si incamminarono, ma prima di raggiungere la cima dell’altura, Devan si fermò e rivolgendosi a Betty: — Ancora una cosa — disse.
— Sì?
— Non so cosa succederà, ma qualunque cosa accada voglio che stiamo vicini. Non so se e quando potremo tornare, ma fino a quel momento staremo uniti.
— Desideravo che tu me lo dicessi — rispose lei, e non disse nulla quando Dev le prese il volto fra le mani e la baciò.
Giunti in cima alla collina, videro giù il piccolo gruppo vicino al fuoco volgersi verso loro.
— Devan Traylor — uno degli uomini gridò, andandogli incontro.
Devan riconobbe Orcutt, privato dei suoi costosi abiti di tweed e della pipa, ma sempre imponente, anche nel succinto abbigliamento di frasche. Altri del gruppo lo seguirono.
— Dove siete stati? — chiese Orcutt, afferrandogli e stringendogli con forza la mano. — Pensavamo che non ce l’avreste fatta. — Guardò Betty Peredge. — Come state, signora Peredge? Felice di vedervi.
Betty arrossì vivamente e stava per dire qualcosa quando sopraggiunsero gli altri. — Homer Parret, Costigan, James Holcombe, Howard Tooksberry ecc. — e dovettero stringere la mano a tutti.
Devan fu colpito vedendo Basher tra loro. — Ehi, Basher, come va?
— Credevo proprio di restar solo — gli rispose — e invece eccovi qui tutti quanti. E l’agente Griffin?
— È qui in giro.
— Non perdiamo altro tempo — disse Orcutt. — Venite dobbiamo discutere sul da farsi. Innanzitutto, dalle informazioni raccolte, ci risulta che l’Ago ha agito nel raggio di due isolati. C’era gente in macchina, altri erano a letto, o nel bagno, o in preghiera, o immersi nel sonno; o si stavano facendo la barba; dalle più svariate attività a una caduta generale nel lago.
— Ditegli di Eric Sudduth — disse Basher. — Si divertirà.
Orcutt dapprima sorrise, poi si fece serio. — Non c’è molto da ridere. Quella è gente che prende le cose molto sul serio.
— È indecente, ecco cos’è. — Devan si volse per vedere da dove partisse la voce ed ebbe la grottesca visione della signora Petrie in gonnellina di frasche e piccola stola analoga, abbigliamento che riusciva solo a mettere in evidenza le parti da nascondere.
— Moriranno di freddo — lei continuò — ma come possono vivere in quel modo?
— Parla di Eric Sudduth e compagni — spiegò Tooksberry con aria disgustata.
— Quando la notte scorsa uscimmo dall’acqua e ci gettammo infine sulla spiaggia — disse Orcutt — vedemmo un fuoco in lontananza. Così ci dirigemmo tutti da quella parte.
— Tenevamo il fuoco sempre pronto da accendere — intervenne Basher — nel caso avessimo avuto l’impressione che qualcuno stesse arrivando. Così stanotte, quando ci rendemmo conto che era successo un fatto nuovo, accendemmo il nostro fuoco e attendemmo.
— Fu tremendo in principio — disse Orcutt. — Ognuno cercava di accaparrarsi i posti migliori vicino al fuoco e ci fu chi quasi vi fu spinto dentro. Poi il tenente Johnson e i quattro poliziotti presero le redini della situazione e ristabilirono l’ordine. Tutti quanti si misero a sedere, in un grande circolo, e ci fu calore per tutti.
— Dopo di ciò, c’era un altro problema da risolvere con urgenza: il mal di denti in seguito alla perdita delle capsule e delle otturazioni. Trovammo anche un dentista tra la gente, un certo dottor Van Ness. Molti lo conoscevano, a quanto sembrava. A ogni modo, lui consigliò di riempire i vuoti nei denti con dell’argilla. Così facemmo e ciò ci tolse il dolore. Ora il dottor Van Ness è in giro a cercare della cera d’api. Dice che ci darà un sollievo più prolungato. Questo per quanto riguarda i denti. Dopo di ciò, abbiamo avuto un consiglio di guerra, guerra contro eventuali elementi estranei trovati qui in giro, ma finora non ci è capitato niente di particolare. Non abbiamo trovato niente.
— Io invece ho trovato qualcosa — disse Betty a voce alta — un meraviglioso fiore a sei petali, ma forse voi non vi trovereste niente di meraviglioso.
— Volete dire che sulla terra da cui veniamo, questo tipo di fiore non ha sei petali?
— Solo cinque. E forse attorno c’è qualche altra fantastica scoperta da fare.
— Sarà ciò che vedremo — disse Orcutt — ma, ritornando all’argomento di prima, abbiamo cercato di suddividere il lavoro in gruppi. Infatti abbiamo bisogno di gente che raccolga la legna, di altri che facciano programmi per il giorno dopo, e così via.
“Avevamo già iniziato questa nostra organizzazione quando saltò fuori Eric Sudduth a recriminare contro la nostra trasgressione al ‘Volere di Dio’, che se noi non Gli avessimo disubbidito, non saremmo qui. E continuò su questo tono, proclamandosi messo di Dio e incitando i presenti a seguirlo. Rimase lì coi suoi adepti sino a sera, attorno al fuoco e quindi se ne andò trascinando con sé una trentina di persone. Credo che non ne avremo nessuna noia, almeno fino a che Eric Sudduth e i suoi accoliti non saranno affamati o vinti dal freddo. Ma sentite, Dev, non c’è nulla che possiate fare per noi? Pescare o cacciare?”.
— Ma io non ho visto alcun animale qui in giro, finora — rispose Devan. — Siete sicuri che ve ne siano?
— Sono tutti fuggiti — disse Basher — quando mi videro apparire, ma torneranno. Vi stupiranno, quando li vedrete.
— E perché?
— I conigli non sono proprio conigli. Le loro orecchie non sono così lunghe e le loro code così corte. Più simili a code di gatto.
— Ma si potranno cacciare?
— È quello che vedremo.
— Basher è vissuto cibandosi di muschio e licheni. Non è riuscito a pescare nulla. Adesso che siamo organizzati, vedrete che riusciremo a far tutto.
— Abbiamo veduto Beatrice Treat correre a cercare bulbi. Ci ha detto che gli indiani li mangiavano.
— Non lo so — rispose Orcutt. — Abbiamo qui anche due ragazzi e la sanno molto lunga sugli indiani. Ci sono pure due o tre persone della Marina e dell’Esercito e ci sono stati utilissimi per i salvataggi. Siamo organizzati, come vedete. C’è un gruppo incaricato di seppellire i morti, un altro di pescare nel lago, cercando di afferrare il pesce con le loro stesse mani, un altro gruppo incaricato di tessere reti da pesca con lunghi giunchi. Ognuno ha scelto di unirsi al gruppo verso il quale si sentiva più affine. Sono stati avvistati anche scoiattoli, a quanto dice Basher.
— Sì — confermò Basher — bianchi, e ne ho visti tre, questo nel caso che qualcuno lo voglia sapere.
— Poi — continuò Orcutt — ci sono altri in giro a cercare sassi di varia forma e misura e altri legna con cui costruire baracche. Non moriremo di noia, a quanto vedete.
— Si direbbe che abbiamo la situazione sotto controllo.
— È così, Dev. Per ora la nostra necessità più essenziale è il cibo. Appena sistemata questa questione, inizieremo la fase di progettazione e costruzione, di assistenza medica e dentistica, e così via. C’è molto lavoro. Cosa volete fare? Vorrei che rimaneste con me. Per voi avrei il lavoro più importante.
— Più importante? E cos’è?
— Siete ingegnere, no?
— Già, ma non credo che servano gli ingegneri, qui.
— Forse non ora, ma più avanti senz’altro.
— Non capisco ancora. La costruzione di rifugi rudimentali non richiederà certo l’opera di ingegneri, soprattutto elettronici, credo.
— Voi volete tornare di là, no?
— Sicuro, ma questo cosa vuol dire?
— Non possiamo tornare attraverso l’Ago che ci ha condotto qui.
— Infatti — intervenne il dottor Costigan — il tubo che Blaine scagliò giù ha rovinato tutti i circuiti.
— E allora?
— E allora, costruiremo un altro Ago, Devan — gli rispose Orcutt.