«Nozze Wright-Haight, oggi»

Hermione preparò i piani del matrimonio come un generale nella propria tenda prepara un grande attacco, circondato da carte topografiche e da cifre rappresentanti le forze effettive del nemico. Mentre Nora e Pat erano a New York per fare acquisti per il corredo di Nora, Hermione aveva lunghi colloqui col sagrestano della chiesa metodista, col fioraio armeno di Wrightsville, col reverendo Doolittle, coi fornitori, col signor Graycee dell’agenzia di viaggi, e infine con John per questioni finanziarie.

C’erano poi le riunioni della stato maggiore costituito dalle signore di Wrightsville.

«Ma sì, cara, è successo proprio come in un film!» diceva Hermione esultante al telefono. «Certo, era stato soltanto un bisticcio da innamorati. Già, so bene quel che dice la gente! Ma la mia Nora non aveva bisogno di aggrapparsi al primo che capitava… ma no, che dici mai! Non c’è motivo di fare un matrimonio senza pompa… Sì, in bianco… Andranno in Sud-America per un mese e mezzo… John riprenderà Jim alla banca… No, cara, avrà un posto direttivo!… Ma certo, ritieniti invitata!»

Sabato 31 agosto, a una settimana dal ritorno di Jim a Wrightsville, Jim e Nora furono uniti in matrimonio dal reverendo Doolittle nella chiesa metodista. Carter Bradford fece da testimonio per Jim. Dopo la cerimonia si tenne un gran ricevimento nel parco di casa Wright.

Mentre la festa era nel pieno svolgimento, Jim e Nora se la svignarono per la porta di servizio. Ed Hotchkiss trasportò gli sposi alla stazione in tempo per prendere il direttissimo. Jim e Nora dovevano fare una breve sosta a New York e salpare il martedì per Rio. Il signor Queen, che si era ritirato in disparte, assistette alla partenza dei due fuggiaschi Nora si aggrappava alla mano del marito. Jim aveva un’aria solenne e orgogliosa. Aiutò la sposa a salire in tassì con il gesto cauto di chi maneggia qualcosa di fragile.

Il signor Queen vide anche Frank Lloyd. Questi, ritornato dalla “spedizione di caccia” alla vigilia del matrimonio, aveva mandato a Hermione un biglietto in cui si diceva spiacente di non poter assistere alla cerimonia, poiché doveva recarsi alla capitale per una riunione di giornalisti. La cronista mondana del Record si sarebbe occupata del resoconto per il giornale. Vi prego di porgere a Nora i miei migliori auguri di felicità. Vostro F. Lloyd.

Ma F. Lloyd, che avrebbe dovuto essere a trecento chilometri da Wrightsville, stava appostato dietro un salice piangente ai margini della proprietà dei Wright. Ellery Queen ebbe un attimo di trepidazione. Che cosa aveva detto Patricia l’ultima volta? “Frank ha preso la cosa molto in tragico.” E Frank Lloyd era un uomo pericoloso. Ellery si nascose a sua volta dietro un albero e raccolse un sasso nel momento in cui Jim e Nora sbucavano dalla porta di cucina per salire sul tassì. Ma il salice piangente continuò a piangere e non appena la macchina scomparve Lloyd uscì dal nascondiglio e si allontanò attraverso i boschi.

Patricia Wright salì la scalinata della casa di Ellery martedì sera, dopo le nozze e disse con finta allegria:

«A quest’ora gli sposini sono sull’Atlantico.» «Al chiar di luna, con le mani in mano.» Pat sospirò ed Ellery si sedette accanto a lei sul dondolo.

«Come mai non si gioca a bridge questa sera?» chiese Ellery dopo una pausa.

«Oh, la mamma è esausta. Si è messa a letto domenica sera e non si è ancora alzata. Papà, poveretto, si aggira per la casa con aria smarrita e si gingilla con gli album dei francobolli. Non si era reso conto… del tutto… di ciò che significa perdere una figlia.»

«Ho notato che sua sorella Lola…»

«Lola non ha voluto venire alle nozze. La mamma era andata a invitarla. Non ne parliamo.»

«E di che cosa dobbiamo parlare, allora?»

«Parliamo di lei» mormorò Pat.

«Di me?» Ellery era stupito. Poi scoppiò a ridere. «Le rispondo subito di sì.»

«Come? Via, Ellery, non è possibile che sappia…»

«So benissimo quel che deve dirmi. Suo padre si trova in un dilemma. Nora si è appena sposata. Questa casa affittata a me, era destinata in origine a lei, per cui sta pensando…»

«Oh, Ellery, lei è un vero tesoro! Quel pusillanime di mio padre non sapeva proprio che cosa fare, e allora ha incaricato me di parlarle. Effettivamente Jim e Nora vorrebbero venire a abitare qui al ritorno dal viaggio di nozze. Chi mai poteva immaginare che le cose andassero in questo modo? Però non è giusto che lei…»

«È giustissimo!» l’interruppe Ellery. «Sono disposto a sgomberare subito.»

«Oh, no!» ribatté Patricia. «Lei ha un contratto per sei mesi, sta scrivendo un romanzo e non abbiamo il diritto di sfrattarla così sui due piedi. Papà è desolato.»

«Sciocchezze!» disse ancora Ellery. «Posso aspettare fino a sabato a sloggiare? Immagino che sua madre vorrà rimettere la casa a nuovo. Lascerò Wrightsville data la scarsità degli alloggi…»

«Oh, che sciocca!» esclamò Pat. «Dimenticavo la cosa più importante.» Si alzò dal dondolo e si stiracchiò. «Papà e mamma mi incaricano di dirle che .ei sarà nostro ospite, e che potrà restare in casa nostra finché vorrà. Buona sera!»

Scomparve lasciando il signor Queen di ottimo umore, sotto il porticato della casa del malaugurio.