Devan fissava il cilindro appuntito d’argento, e la vista gli si confuse mentre il lungo fusto brillava alla luce. Ciò che era accaduto lo aveva profondamente colpito. La sua mente si rifiutava di credere all’evidenza, ma i suoi occhi e la sua mano non si erano ingannati.

Doveva credere alla sua mente, o a ciò che aveva sperimentato? Il sudore gl’imperlava la fronte, il cuore batteva rapido, e aveva i nervi tesi.

Non “voleva” credere a ciò che aveva visto e fatto, ma allora? Se fosse stato tutto un abile trucco, e pensava che avrebbe finito per rivelarsi tale, non si sarebbe mai perdonato di essere stato tanto sciocco da credervi. Ma come dimostrare che era un imbroglio bello e buono?

Eppure pochi minuti prima aveva infilato un braccio dentro il cilindro di metallo levigato, e dall’altra parte era uscita la manica vuota!

— Ebbene…? — La voce di Sam era trionfante.

“Va’ al diavolo” pensò Devan. “State proprio cercando di mettermi alle strette! Volete che mi arrenda, eh?”. Si volse lentamente, seccato che lo avessero messo in stato di inferiorità. “Non sarà così facile avermi” si disse.

— Dottor Costigan, volete far ruotare il vostro ordigno di novanta gradi? Lo potete fare senza tirare nessuno di quei fili? — domandò.

Il dottore lo guardò con attenzione, soffregandosi il mento. — Credo di sì. — Pose il cilindro più vicino ai pannelli, e lo mosse nel senso voluto da Devan.

— Avete una lampadina con un filo lungo abbastanza da arrivare fin qui, in modo che io possa guardare nella cavità?

Il dottore frugò in un cassetto e ne tolse una lampada schermata, con un lungo filo. Devan infilò la spina in una presa elettrica e accese.

— Ora, Ed, se non vi dispiace, infilate il braccio nel cilindro mentre io osservo l’operazione dall’altra parte.

Si curvò in modo di avere l’orecchio sul banco, e sistemò la luce davanti a sé, in modo che l’apertura del congegno fosse bene illuminata.

Orcutt si mise dall’altra parte del cilindro.

— Cominciate pure — disse Devan. Osservava con attenzione le dita distese di Orcutt che, illuminate, si avvicinavano alla cavità. Quando la mano entrò nel tubò, vide una cosa incredibile: le punte delle dita sparirono e, come se fossero state tagliate nette, si videro distintamente ossa, vene e muscoli. A mano a mano poi che la mano avanzava, l’effetto di sezione passò dalle nocche al palmo e quindi al polso. Contemporaneamente al procedere del braccio di Orcutt, la manica della giacca diventava flaccida e vuota, scivolando lungo la cavità, a mano a mano che Orcutt introduceva il suo braccio. Alla fine la manica uscì per pochi centimetri dalla parte di Devan, e quando Orcutt non poté continuare oltre, si fermò.

Devan spinse dentro a forza la manica.

— Ehi! — esclamò Orcutt, tirandosi indietro.

— Non togliete la mano!

— Fa freddo qui dentro.

— Un momento solo.

Devan lasciò andare la manica, mosse la lampada, la mise sul banco e quindi inserì la propria mano nell’apertura. Con l’altra mano tenne ferma la manica di Orcutt, inoltrando la mano fino a che ebbe trovato il braccio di Orcutt. Era nudo e freddo. Orcutt aveva piegato il gomito e anche Devan. e le loro mani si afferrarono come nel combattimento indiano.

Devan soddisfatto liberò la sua mano e tastò il braccio di Orcutt. prima il polso, poi l’avambraccio, tirandone i peli. Orcutt indietreggiò un poco.

— Che cosa avete in mente, Devan?

— Sto facendo semplicemente delle prove — disse Devan. Sorrideva divertito, nonostante tutto.

Spostò la sua mano lungo il braccio fino al gomito, e dal gomito fino a… la carne era finita, tagliata e perfettamente liscia all’altra estremità. Fece scorrere le sue dita sul moncone del braccio. La superficie era come ghiaccio, senza alcun palpito di vita.

— Sentite qualcosa? — Devan chiese.

— Vagamente.

— Benissimo — disse Devan, togliendo il suo braccio.

Orcutt estrasse a sua volta il suo e cominciò a massaggiarlo.

— Accidenti, se è freddo dentro là — disse.

— Siete convinto, ora, signor Traylor? — chiese Costigan.

Devan annuì. Non poteva negarlo per il momento.

— Bene, Devan? — fece Sam.

Devan stava osservando con attenzione il dottore che toglieva tutti i vari fili, e non rispose. Tutto era così terribilmente confuso nella sua mente, e così recente era stata l’esperienza che non c’era senso a parlarne. Era come assistere a una rappresentazione fantastica o leggere un libro talmente avvincente da non desiderarne mai la fine, per non trovarsi di nuovo a contatto con la realtà, realtà assai meno interessante; ma poi, sapendo bene che la fine ci deve essere per forza, una volta arrivati, ci si accorge che anche le cose trascurabili riprendono la loro importanza e si è obbligati a considerarle con la dovuta serietà.

— Mi sembra di avere fatto una certa impressione su Devan — disse Orcutt. — So che è difficile crederci, Dev, ma è vero. Quando arrivaste qui, non vi aspettavate di sicuro una cosa del genere. Ora avete visto l’incredibile e ne siete stupefatto.

Devan sospirò. — Avete ragione. È impossibile, e io l’ho visto coi miei occhi. — Tolse una sigaretta dal suo astuccio e la accese con aria assente. — Quanti altri hanno visto questo, Ed?

— Tutti gli altri del Comitato.

— E Tooksberry ha votato contro?

Orcutt annuì. — Non ci crede affatto. Non ci si è voluto avvicinare. Glenn e Jimmy ne sono stati conquistati di colpo.

Il dottore aveva di nuovo il congegno argenteo fra le sue braccia e lo ripose nella cassaforte. Devan non riusciva a staccarne gli occhi. Respirò sollevato quando finalmente la porta della cassaforte fu accostata e il dottore ne girò la chiusura.

— Andiamo nell’altra stanza — disse Sam, aprendo la porta.

Nella stanza entrò una folata di aria fresca, respirabile, che schiarì le idee a Devan.

Si sedettero mentre Devan si asciugava la fronte sudata con il fazzoletto.

— Penso proprio che la cosa vi abbia impressionato, Dev — disse Orcutt, ridendo. — Avete l’aria di chi ha urgente bisogno di qualcosa di forte.

— Cosa avete provato quando l’avete visto?

— Più o meno come voi. — Orcutt guardò il suo orologio. — È quasi mezzogiorno, e la riunione è all’una e mezzo. Dobbiamo andare.

— Potremmo mangiare qui — disse Sam. — Potrei telefonare per farci mandare qualcosa.

— Qualcuno ha parlato di bere? — chiese Costigan, rigidamente seduto sulla sua sedia.

Devan si guardò intorno e non vide né bottiglie né bicchieri. — Berrei volentieri un sorso, ma bisogna uscire per prenderlo?

— Un momento. — Il dottore si alzò e si diresse di nuovo verso la porta chiusa. Dopo un momento tornò con una bottiglia di whisky, al che gli altri gli chiesero dove la tenesse. Rispose secco: — Nella cassaforte.

— Proprio vicino al tubo di argento? — disse Sam mentre il dottore disponeva quattro bicchieri sulla scrivania. — Non so quale delle due cose ha più valore per lui.

— Il signor Otto mi conosce da troppo poco — disse Costigan quasi allegramente. — Nel mio carattere ci sono lati assai interessanti.

Devan si rallegrò che Costigan si fosse un po’ lasciato andare e pensò che ormai si era un po’ abituato alla sua presenza.

— Ecco il tubo del dottor Costigan — disse Sam Otto, alzando il bicchiere riempito a metà.

Mentre bevevano, Devan notò la disinvoltura con la quale Costigan inghiottiva il whisky a lunghi sorsi.

— Come funziona il tubo, dottore? — chiese Devan. — Nel campo elettronico ho veduto quasi tutto, ma questa è una novità per me.

Il dottore sorrise astutamente: — Vorreste che lo dicessi, no?

— Il dottor Costigan è molto riservato riguardo alle sue invenzioni — spiegò Sam, riprendendo il suo sigaro dalla scrivania e masticandone l’estremità. — All’inizio cercò di ottenere fondi da diverse società, senza neanche dir loro a che cosa servissero.

— A essere franco — disse Costigan — non sono fatto per gli affari, e sapevo che avrei avuto delle noie.

— Due settimane fa circa — disse Sam — incontrai per caso Joe Gordon al “National” e lo invitai a cena. Mentre mangiavamo, nominò il dottore, ma solo per dire che era uno degli uomini più imbroglioni che avesse mai conosciuto, scusatemi dottore, ma disse proprio così, perché, disse Joe, il dottore voleva i soldi senza neanche far vedere di cosa si trattasse, ma assicurando solo che era qualcosa di nuovo. Che ne dite?

Devan mugolò: — Conoscendovi, Sam, penso che non siete tipo da lasciar correre una cosa come questa. E così correste a piè sospinto a vedere il dottore.

— Naturalmente — ruggì Sam, con il sigaro tra i denti. — Se non l’avessi fatto, dove saremmo adesso? Certo che corsi da lui: l’interrato della sua casa dà su North Side. Pensate un po’ se il congegno fosse stato fuori, sul banco di lavoro.

— Ci sono posti migliori per metterlo — interruppe il dottore. — Nessuno poteva pensare che ci fosse nascosto qualcosa del genere.

— Bene, a ogni modo io lo convinsi a lasciarmelo vedere, poi ebbi da faticare non poco per farmene mostrare gli effetti. Quando introdussi il dito ne fui completamente sconvolto.

— Se ho ben capito — disse Devan — voi lo comprereste per un milione di dollari.

— No — rispose Orcutt — ciò verrà in seguito. Per ora ci limitiamo ad anticipare il denaro per l’esperimento.

— L’esperimento? Ci siamo di nuovo. E perché dobbiamo fare proprio noi questa prova?

Orcutt rise: — Proprio quello che volevo sapere anch’io, Dev. Sam disse che il dottore voleva circa un milione di dollari per fare le prove. Naturalmente io, che avevo già assistito alla dimostrazione, obiettai che il congegno era ormai completo così com’era. Per di più, non mi andava affatto di spendere un milione di dollari quando la cosa era già finita, e non ne vedevo, d’altra parte, alcuna possibilità di immediata applicazione. Ma il dottore aveva altre idee. Perché non gliene parlate voi, dottore?

Costigan si schiarì la gola e si appoggiò all’indietro con la sedia, fino a farle toccare il muro, proprio come, pensò Devan, un fattore che passasse l’intera giornata nella cooperativa locale.

— A che cosa serve il tubo? — Il dottore diede un’alzata di spalle. — Io stesso me lo sono chiesto un migliaio di volte senza potere, sulle prime, darmi una risposta ragionevole. Così cominciai a tirarne fuori delle possibilità. L’idea migliore è che può essere utilizzato per le diagnosi di malattie interne, tumori e mali consimili; voi vi sistemate un corpo e ne avete la sezione interna, così da poterne esaminare qualunque parte senza sobbarcarsi la spesa, il pericolo e tutto il disagio derivanti da un’operazione esplorativa. Vi sono modi di sistemarlo in maniera che un microscopio ne possa osservare le sezioni tagliate, ma la parte che sparisce dovrebbe essere concentrata in un sottile raggio a ventaglio. Voi comprendete, Traylor, che solo i tessuti viventi ne subiscono l’effetto, ma non i corpi inanimati, siano essi minerali o metalli.

— Ciò ha valore per la manica della giacca, dunque — disse Devan. — Ma allora, lo strato esterno di pelle e le unghie e i peli che io ho sentito sul braccio di Orcutt? È tutto tessuto morto?

Questa volta il sorriso del dottor Costigan, che mise in mostra dei denti ingialliti e qualche capsula d’oro, durò più del consueto.

— Vi risponderò fra breve. Ma continuando a esaminare la possibilità di impiego in medicina, ecco che si pone subito una domanda. Che ne è della parte che sparisce? — Le sopracciglia del dottore si alzarono, poi si abbassarono e si piegò verso Devan.

— Voi avete visto soltanto quello che è successo “qui” — disse in tono confidenziale. — Ma vi voglio dire che cosa accadde quando feci la scoperta. Mia moglie e io abitavamo in case diverse e stavo facendo nell’interrato della mia casa alcune prove con un congegno più piccolo di quello che avete visto. Bene, misi il dito nell’apertura e questo sparì, proprio come è successo ora, ma la differenza è che allora avvertii qualcosa di bagnato, sebbene il mio dito tornasse fuori asciutto.

“Incuriosito, volli costruire un tubo diverso per avere un buco più grande e mi ci volle più di un anno per costruire lo strumento che avete veduto. Quando per la prima volta introdussi il mio braccio nella cavità, avvertii dell’acqua che vi circolava. Eppure ne ritraevo il braccio sempre asciutto. Potete immaginare che cosa feci allora?”.

Il dottore li guardò con espressione di attesa, come aspettando che qualcuno rispondesse. Ma nessuno si sentì di azzardare un’ipotesi.

— Presi un topo bianco, lo tenni stretto, lo misi nel buco e lo sentii dibattersi, poi si acquietò. Tentai di tirar fuori la mano con il topo morto ma fu impossibile. Il topo era morto soffocato e scoprii che gli esseri senza vita non potevano oltrepassare la barriera. Fui costretto a lasciarlo cadere per poter tirar fuori la mano.

Devan accese una sigaretta, lanciò un’occhiata a Orcutt e questi sorrise.

— Andammo poi ad abitare sul North Side. Cominciai di nuovo i miei esperimenti. Questa volta la mia mano trovò aria e non acqua. Presi un altro topo, lo introdussi nel buco e lo tirai fuori, sano e salvo. Poi legai il topo a un’assicella, lo introdussi per metà nell’apertura e lo tirai fuori. Il topo era arrivato fino all’estremità che entrava per prima nell’apertura. I nodi vi erano ancora ma i piedini del topo non erano più legati.

— Allora ebbi un’idea migliore. Legai ancora il topo all’ingiù. Lasciai che la parte che si liberava all’altra estremità si muovesse nel buco, e iniettai del nembutal in un’arteria da questa parte dell’apertura. Il topo morì. Tentai di estrarlo di là, ma non si mosse. Quasi lacerai il suo corpo tentando di tirarlo fuori, ma la parte invisibile che era dentro la cavità si rifiutava assolutamente di oltrepassare la barriera. Potevo spingere la parte visibile nella cavità fino all’altra apertura ed essa rimaneva sempre visibile. Solo quando fermai la macchina ne uscì la parte morta da questa parte. Tagliata netta come da un rasoio. Così, vedete? Quindi ci sono leggi scientifiche ben precise che regolano questa macchina. Sto cercando di scoprire quali siano, ma ho ancora parecchio da fare a questo riguardo. Fintanto che il tessuto morto e attaccato al tessuto vivo e ne è parte integrante, può passare con esso; se invece l’intero organismo è morto, non si muoverà né in un senso né nell’altro. — Il dottor Costigan si interruppe un momento.

— La situazione presentata dal dottore è quindi la seguente — disse Orcutt. — Lo strumento potrebbe diventare parte indispensabile nell’attrezzatura ospedaliera, ma d’altra parte chi accetterebbe di usarla, se non si potesse sapere dove va a finire la parte del corpo che scompare?

— Potrebbe essere l’Afghanistan o il Mar Nero — disse Sam.

— Non importa dove — disse Orcutt — ma la gente vuol sapere “il punto esatto”.

— Ci ho pensato non so quanto — disse Costigan versandosi altro whisky. — Il tubo ha il potere di rendere invisibili le cose viventi? O va indietro nel tempo? O si spinge nel futuro? Forse su un altro pianeta? O in qualche altra dimensione? Supponete di mettere la vostra mano nella cavità e che esca nel vuoto dello spazio esterno?

Nella stanza, per qualche minuto ci fu silenzio, e ognuno pensò quale potesse essere la risposta. L’unico suono era il piccolo scatto intermittente di una luce fluorescente.

— Quindi l’esperimento di cui parlavate prima — chiese Devan — sarebbe di stabilire dove va a finire il corpo?

— Sarebbe tanto semplice se potessimo inserire un set televisivo nel buco — intervenne Orcutt — o un periscopio.

— Nessuno ha idea di come si possa arrivare alla conclusione esatta? — chiese Devan.

— Dobbiamo costruire un tubo nel quale si possa far passare un uomo, Dev — disse Orcutt — con tutto il corpo.

— Quest’uomo dovrà riferire ciò che avrà visto — disse Costigan.

— Ecco a cosa serve il milione di dollari.

— Chissà dove porterà il potere di questa cavità, e quali cose favolose si potranno vedere quando un uomo vi potrà entrare? Forse incontrerà esseri del futuro o del passato.

Gli occhi del dottore guardavano lontano. — Nessuno può immaginare ciò che quest’uomo vedrà, signori!

— Sarà un po’ difficile presentare la faccenda, senza raccontare tutto al Comitato — disse Orcutt, mentre la sua mano era incerta nella scelta di una pipa tra le tre infilate in una piccola rastrelliera posta sulla sua scrivania. — Ma penso che sarete d’accordo con me nel mantenere il più rigoroso segreto.

— Senz’altro — intervenne Sam — sono stato giornalista e so che cosa succederebbe se uno di quei tipi ne venisse a conoscenza.

Il telefono suonò e Glenn Basher rispose. — Grazie, signorina Treat — disse, riattaccando il ricevitore dell’apparecchio che stava sulla imponente scrivania di Orcutt. — Grady è qui. Lo possiamo senz’altro spuntare dal foglio. Ne mancano quattro e saremo al completo.

— Non dobbiamo preoccuparci del Comitato, Ed — disse Devan. — Da parte nostra non sapranno nulla.

Howard Tooksberry. che era seduto un po’ lontano dagli altri mugolò: — Non è giusto — sistemandosi gli occhiali sul naso. — Il Consiglio dovrebbe sapere tutto.

— Ma non lo potete fare assolutamente — esclamò Sam eccitatissimo.

— Avete torto, Howard — e James Holcombe alzò gli occhi dal diagramma del tubo osservando l’uomo con attenti occhi azzurri. — Non vi rendete conto che cosa succederebbe se la cosa diventasse di dominio pubblico? Sam Otto ha ragione. I reporter ci assalirebbero. No, se lo diceste al Consiglio non avremmo altro che nuove preoccupazioni.

— Tutto chiaro, no? — disse Orcutt guardandoli tutti con una occhiata circolare. Solo Tooksberry non ricambiò il suo sguardo. — Dobbiamo confermare che si tratta di un esperimento che aprirà, forse, nuove strade alla medicina interna, e del cui progetto il Comitato esecutivo ha incaricato il dottor Costigan.

— È un po’ confuso — intervenne Devan — a meno che non sappiate l’esatto significato delle parole.

— D’altra parte non so che cos’altro potreste dir loro — disse Sam. — Il dottore e io ci trovammo nell’identica situazione quando lo dicemmo a Orcutt. Non potevamo dire né troppo, né troppo poco.

— “Ultra vires” — interruppe Tooksberry e tutti lo . guardarono.

— Che cosa volete dire con queste parole, Howard? — chiese Orcutt.

— Semplicemente quello che ho detto. — Tooksberry li guardò gelidamente.

— “Ultra vires” significa che voi abusate della vostra autorità di pubblici funzionari e membri di un Consiglio tutelato da uno statuto che si estende alla collettività. Penso che quello che state facendo sia irregolare. Potreste essere citati in giudizio per questo.

— Sentite — disse Orcutt, rivolgendosi a lui attraverso la scrivania. — Avete visto lo strumento? Non ci credete?

Tooksberry scosse il capo.

— Ma si può sapere infine che cosa avete contro il dottore e me? Ci avete avversati sin dal principio.

— Ad Howard piace essere dalla parte contraria — insinuò Basher — e lo sta dimostrando. Anche se avessimo una macchina capace di trasformare il piombo in oro, si opporrebbe.

— E sta bene — disse Tooksberry, alzandosi, con un’espressione furiosa. — Me lo avete chiesto e io vi dirò che cosa ne penso. Innanzitutto, perché il dottor Costigan vuol fare questi esperimenti? Secondo, perché non ci spiega come questa macchina funziona? Terzo, supponiamo che la faccenda abbia un certo valore, che cosa impedirà al dottor Costigan di raccogliere i frutti del milione di dollari della “Inland” e di sistemarsi economicamente? In che parte siamo interessati nei suoi profitti? Il guaio è proprio questo: siete troppo curiosi nei confronti dell’esperimento e non abbastanza dell’uso del denaro.

Detto ciò, Howard Tooksberry si sedette pesantemente e, toltisi gli occhiali, prese a pulirli nervosamente.

Sam Otto, che era visibilmente impallidito a ogni parola di Tooksberry, saltò in piedi con i pugni serrati e i denti contratti sul solito sigaro. Avanzò di un passo verso Tooksberry.

— Sta’ seduto, Sam — gli gridò Orcutt e mentre quello si sedeva, si accese la pipa soffiando poi sul fiammifero. — Sono del parere che i vostri quesiti siano ineccepibili, Howard. Come al solito, avete apportato a una discussione che rischiava di essere troppo teorica e trascinata dall’entusiasmo, alcune idee di indole pratica.

“Il guaio è che, dal momento che non avete approvato il progetto sin dall’inizio, non avete poi partecipato alle discussioni informative. Pertanto desidero aggiornarvi e questo sarà utile anche a voi, Devan.

“Venerdì scorso vennero da me Sam Otto e il dottor Costigan e in grosso modo mi misero al corrente della scoperta, insistendo perché io vedessi lo strumento in questione. Diversamente, l’avrebbero passato o alla “Westinghouse” o alla “General Electric” o a un’altra grossa compagnia del genere. So per esperienza che queste cose non vanno trascurate “a priori”, avendo visto grosse organizzazioni andate in malora proprio per aver permesso che i loro concorrenti venissero in possesso di progetti che si rivelarono in seguito fonti di guadagno e di successo strepitosi.

“Voi. Devan, non c’eravate e così Glenn, Jimmy, Howard e io, sebbene si avessero altre cose da fare, volemmo renderci conto, di persona, della faccenda: tutti ne fummo impressionati, tranne Howard. Di comune accordo decidemmo di radunare il Comitato esecutivo il lunedì mattina, ciò che facemmo, fissando poi una riunione del Consiglio, al completo, per oggi pomeriggio.

“Nel frattempo, Glenn, Jimmy e io abbiamo avuto occasione di avere degli scambi di idee informative con Sam e Costigan. Se la macchina verrà perfezionata per uso medico e per tutte le altre applicazioni che venissero via via suggerite dagli esperimenti, il dottor Costigan avrà il quindici per cento dei profitti netti, Sam Otto il dieci per cento e il rimanente sarà per la ‘Inland’.

“Se vuole, Costigan può rivelare il segreto del suo strumento, ma ci ha chiesto di esserne l’esclusivo proprietario. Noi abbiamo accettato concordemente. Una copia sigillata del progetto dettagliato sarà custodita dalla ‘Inland’, in modo che, nel caso lui dovesse mancare, la ‘Inland’, potrà continuare gli esperimenti, nonostante il malaugurato evento. Costigan si impegna, secondo il contratto che verrà firmato oggi pomeriggio, a non diffondere il suo strumento per scopi industriali, per un periodo di almeno venticinque anni. Vi ritenete soddisfatto, ora, Howard?”.

— Sì — e il fatto di dover pronunciare questa parola, lo mise di pessimo umore. — È vero che io non sapevo tutto ciò, ma voterò ugualmente contro.

Gli occhi di Tooksberry guardavano tutti con aria di sfida. — Insisto nel dire che non è giusto che il dottor Costigan conduca gli esperimenti come pare a lui. Abbiamo tanti ingegneri, qui, che lo potrebbero assistere con profitto. E poi, non mi piace il modo col quale si svolge tutta questa faccenda.

Lo squillo del telefono li interruppe. Glenn Basher spuntò altri due nomi.

— Non ho intenzione di entrare in particolari personali, dottore — disse Devan — ma c’è qualcosa che vorrei chiedervi.

— Che cosa?

— Come siete arrivato a inventare questo tubo? Avete una laurea in fisica?

— Volete dire che non conoscete il dottore? — chiese stupitissimo Sam. — Il dottor Costigan è molto noto…

— Lasciate parlare il dottore, Sam.

Costigan, sorrise. — Sam è l’uomo più leale che io abbia mai conosciuto, signor Traylor, ma qualche volta si scalda troppo. Senza offesa per Sam. Per quanto riguarda il tubo, al momento opportuno ve ne racconterò la storia; sarà certamente interessante. Circa la mia laurea in fisica, la ottenni al Politecnico di Claybourne nel 1922. Insegnai a Dewhurst sino a due anni fa, cioè sino a quando i miei figli, ormai cresciuti, si furono sposati. Dopo non mi parve più necessario continuare a insegnare, così mia moglie e io partimmo da Dewhurst e ci trasferimmo qui a Chicago, dove risiedeva una sorella paralitica di mia moglie e ci sistemammo da lei. Da poco ho acquistato una casa più confortevole nel North Side, e mi è rimasto un piccolissimo reddito. D’altra parte era mia intenzione continuare le ricerche su questo strumento. Non mi restava altro che chiedere un’assistenza finanziaria. A questo punto entrò in scena Sam.

Sam annuì. — C’è qualche altra cosa che non sapete, Devan. Ho buttato tutto ciò che avevo in questa faccenda. Ho affittato lo stabile per un anno, ho costruito l’ufficio al secondo piano, comprato la cassaforte e assunto il vecchio Casey.

Il telefono cominciò a suonare e prima che avesse emesso uno squillo completo, Basher aveva già sollevato, rimettendo giù subito.

— Tutti in sala di riunione — disse.

— Le due meno un quarto — soggiunse Orcutt, guardando l’orologio. — Ci scommetto che tra mezz’ora sarà tutto fatto. — Guardò Tooksberry: — A meno che qualcuno non metta i bastoni fra le ruote.

— Non cambierò il mio voto — rispose Tooksberry. — La faccenda continua a non piacermi ma, se è questo che vi turba, state tutti tranquilli: non svelerò i vostri preziosi segreti.