Due giorni dopo Valente tornava su da me; mi bastò un'occhiata per comprendere che anche questa volta aveva qualche gran cosa da dirmi, ma che, essendo lì mia moglie e credendola al buio di tutto, non voleva parlare innanzi a lei. Che fatica mettere insieme delle frasi che non si pensano! L'amico mio lavorava così di mosaico da un quarto d'ora, quando la mia Annetta, che ha buon naso, domandò scusa se ci lasciava un momento.

— Si accomodi, — rispose l'amico Nebuli; e si vedeva ancora un lembo della veste nel vano dell'uscio, quand'egli mi disse misteriosamente:

— Il signor Bini non è il signor Bini! —

Questa notizia era tanto inaspettata, che non la compresi a bella prima; ma Valente ripetè:

— Il signor Bini non è il signor Bini! —

Ed allora io chiesi:

— Come lo sai?

— Poc'anzi, — prese a dire l'amico mio, — ero alla posta; mi avvicino allo sportello, e mi metto alle spalle di cinque o sei persone, aspettando quando.... indovina chi si volta?...

— Lo indovino, ma non ci capisco nulla. Si volta il signor Bini.

— Propriamente lui! mi vede, mi fa un saluto senza scomporsi, e caccia nelle tasche un fascio di lettere; mi chiede di me, di Chiarina, della tua Annetta, di te, poi mi pianta e se ne va.

— E poi?

— Non capisci?... In cima allo sportello a cui m'ero accostato, stava scritto a caratteri enormi, Dall'M alla Z; era il mio sportello, non era il suo.... Dunque egli non si chiama Bini. —

Il ragionamento mi parve calzante: però mi provai ad osservare:

— Forse ha chiesto lettere per altri...

— È stata la mia prima idea, e sai che ho fatto?...

— Non lo so. Dimmelo.

— Sono andato dietro al vecchio fin sul portone di strada, e l'ho visto alle spalle, che si avviava lento lento, leggendosi le sue lettere; dunque.... —

Il resto era chiaro, e l'argomento calzante come il primo. Ma io volli dirne ancora una;

— Negli uffizii dello Stato succede che si cambino gli sportelli ed altre cose senza cambiare le istruzioni al pubblico immediatamente; ciò genera un pochino di confusione e di disordine, ma fa gridare le gazzette, le quali se no tante volte non saprebbero che dire. —

Dicevo queste cose scherzando, Valente m'interruppe dandosi il sussiego di un furbo:

— Andai allo sportello dall' A all' L e chiesi: Nebuli.

— Bravo!

— Il distributore se lo fece dire un'altra volta: Nebuli, — e mi mandò, come mi aspettavo, allo sportello vicino.

— E poi? — chiesi sbadatamente.

— E poi... nulla. Per me non ci erano lettere.... Ma come ce n'erano state per il signor Bini?

— Valente mio, hai ragione: il signor Bini non è il signor Bini. —